“Oggi ci ritroviamo ancora con giocatori che non hanno mai giocato insieme e lavorare su una linea difensiva con concetti diversi va fatto nel pieno delle disponibilità di tutti e pian piano mettere dentro cose differenti. Se ci concentriamo su moduli o numeri non otteniamo niente, è giusto concentrarci sull’aggressività, sulla fame, sulla voglia di correre per il compagno, vincere i duelli individuali”. Lo ha detto l’allenatore della Salernitana, Fabio Liverani, alla vigilia di una partita importantissima, da dentro o fuori per la salvezza, contro il Monza: “Dobbiamo avere qualcosa in più degli avversari, pian piano metteremo situazioni tecnico tattiche. Dobbiamo sacrificarci per i compagni. In questo momento è normale che abbiamo ancora delle incognite in certi ruoli, non abbiamo recuperato nessuno anche se sono sulla buona strada, non possiamo cambiare tantissimo, qualcuno ha dato dei segnali di intensità e per me era importante. Oggi la Salernitana ha bisogno di tutti per fare qualcosa di positivo a prescindere dal minutaggio”.
E ancora: “Per noi è una partita importante per riaccendere qualcosa che in questo momento è spento. Dobbiamo prenderci punti dovunque e la vittoria è la medicina migliore per arrivare alla salvezza. Possiamo riaccendere, vuol dire dare entusiasmo ai ragazzi che, non vincendo mai sono mentalmente negativi. Un episodio positivo a prescindere dal distacco può dare qualcosa in più. Ci serve l’episodio che possa riaccendersi, Abbiamo un’altra possibilità e col Monza dobbiamo fare il massimo, se saranno più bravi gli avversari gli daremo la mano, altrimenti metteremo un mattoncino e ci metteremo lì”. E sul ritiro: “Non si tratta di decisioni disciplinari, non posso pensare a quanto la Salernitana fosse o non fosse squadra con la gestione precedente. Sono arrivato da dieci giorni, sicuramente il confronto c’è stato, la squadra aveva delle difficoltà e le ho viste. Era scollata e poco squadra, poca voglia di sacrificarsi, serviva una lamentela in meno, meno alibi, meno ricerca del colpevole. Se siamo a questo livello la colpa è di tutti. Se si retrocede non è che chi gioca meno è salvo, sulla barca ci siamo tutti e nella negatività ci si resta tutti”.