”Iniziavo a giocare a calcio la mattina alle 10 e rientravo a casa alle 22, forse anche più tardi. In mezzo ovviamente c’era il nascondino e altri giochi. C’erano sempre tanti bambini a giocare per strada. All’epoca erano altri tempi, un’altra vita. Già sapevo che volevo fare il calciatore”. A parlare è Leonardo Spinazzola, intervistato nell’esclusivo Q&A di StarCasinò Sport, il sito di intrattenimento sportivo Premium Partner di AS Roma. ”Ho compreso di poter ambire a giocare ad alti livelli quando mi hanno arretrato di posizione. Prima giocavo esterno alto, poi sono passato terzino in una difesa a quattro. Mi trovavo bene in questo ruolo. Dopo la lesione del crociato, quando ero alla Juventus, mi sono allenato particolarmente sul sinistro e sono migliorato molto visto che crossavo tante volte con questo piede. Poi in mezzo all’area c’erano Mario e Cristiano, a cui dovevo fare traversoni perfetti. Mi ripetevo sempre che non potevo sbagliare. Questo mi ha fatto alzare il livello”. “L’esordio in Champions? È stata una serata perfetta, sia per me che per il risultato. Era Juve-Atletico, quello della rimonta. Se fosse possibile la rigiocherei”, spiega Spinazzola. Poi si è soffermato sulla vittoria in Conference League: ”Una festa incredibile che non si vede tutti i giorni. Mister Mourinho è speciale, a livello caratteriale ti dà qualcosa in più. Durante gli allenamenti parla poco, ma se c’è qualcosa da dire si fa sentire, con tutti. Lui è unico. Ho un rapporto speciale con Mancini: ci conosciamo da tanto, abbiamo giocato assieme a Perugia e a Bergamo prima di ritrovarci qui. Finora abbiamo passato sei stagioni insieme. Io e Gianlu siamo stati da sempre ottimi amici, un’amicizia che ci porteremo anche quando smetteremo di giocare a calcio. Da giovane ammiravo Marcelo, Dani Alves e Maicon, ma non si possono chiamare terzini, loro sono registi che giocavano sulla fascia. In una parola, fuoriclasse. Soprattutto per la visione e per la lettura delle dinamiche di gioco”.