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“L’esperienza alla Roma mi ha mortificato perché io sono venuto a Roma con molto entusiasmo. Ho creduto tanto nel progetto Roma e a quello che mi hanno raccontato e detto. Voglio ricordare che per venire nella Capitale ho avuto una diatriba importante con il mio ex presidente, che ha fatto di tutto per trattenermi lì nonostante fosse il mio ultimo anno di contratto”. Queste le parole dell’ex direttore sportivo della Roma, Gianluca Petrachi, che ripercorre il burrascoso rapporto con i giallorossi interrotto la scorsa estate. “Tutti dicono che l’ambiente Roma è difficile – ha proseguito Petrachi ai microfoni di Radio Radio – se per 20 anni non si è vinto lo scudetto non è solo perché non ci sono stati buoni giocatori, dirigenti o direttori sportivi. Ho voluto, nella mia testardaggine, pensare di cambiare questa situazione come sono riuscito a cambiare Cairo al Toro, che d’altra parte mi ha aiutato e mi ha fatto crescere. Ecco, volevo venire a Roma per cambiare le cose e per avere delle persone accanto che mi aiutassero a farlo”.
Ecco il momento in cui Petrachi ha capito che la situazione stava degenerando: “Sotto Natale abbiamo vinto a Firenze, eravamo quarti in classifica, ho mandato a Pallotta un messaggio carino a cui non ha mai risposto – ha rivelato – Ci sono rimasto male e mi sono domandato se fosse successo qualcosa. Lì ho capito che mi stavano scavando la fossa e stavano cercando di distruggermi in maniera molto subdola. Ho sperato nel confronto con il presidente, che però non c’è mai stato. Ho anche provato a cambiare, chiedendo determinate cose, ma non mi è stato permesso”.
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