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“Ho offerto all’acquirente sin dallo scorso autunno la mia totale disponibilità a collaborare. Sono pronto a dare consigli, in modo che Friedkin possa imparare dai miei errori per non ripeterli. E’ un fatto che nessuno può negare, perché ho pronunciato queste parole davanti a molti testimoni”. Queste le dichiarazioni di James Pallotta ai microfoni del Corriere dello Sport a due giorni dal closing della cessione della Roma al Friedkin Group. “Ho sempre pensato al bene della società . Voglio che la Roma abbia successo in futuro. Chiunque sia il proprietario“, ha chiarito l’imprenditore di Boston prima di soffermarsi sul tema della proprietà dello Stadio della Roma: “Se abbiamo utilizzato un’altra società invece che direttamente la Roma, se le due entità erano separate, è stato solo per problemi legali e finanziari. Non c’era una strategia. Dei ricavi avrebbe comunque beneficiato il club”. Infine Pallotta esclude di aver chiesto ai dirigenti della Roma di non avere contatti con Friedkin prima del closing: “State scherzando? Non potrei mai pretendere una cosa del genere. Anzi, posso dire che alcuni dei miei manager hanno parlato a Friedkin giusto pochi giorni fa“.
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