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E’ de profundis Roma all’Olimpico. In quattro giorni due sconfitte che fanno rumore, quattro gol subiti, zero fatti, la Champions che ormai sembra irraggiungibile e la zona Europa League che non è nemmeno più tanto salda. Sembra un bollettino di guerra, è il cammino dei giallorossi in questa ripresa del post lockdown. La squadra di Fonseca, però, sembra ancora in quarantena, e la vittoria contro la Sampdoria in rimonta e di sofferenza poteva lasciar scattare già un campanello d’allarme. “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”, diceva Agata Christie, ed è alla voce coincidenza che si può derubricare il ko contro il Milan: coi rossoneri ci sta perdere in trasferta, e la prova incolore poteva essere in qualche modo perdonata. Ma il disastro interno, un vero delitto, contro un’Udinese che le aveva perse tutte nessuno se lo poteva aspettare, ed ecco la prova che in tanti cercavano: questa Roma è spenta, svogliata, non sembra più seguire più di tanto l’allenatore. Una squadra che corre poco e male, si scoraggia alle prime difficoltà e concede contropiedi con troppa semplicità. Qualcosa si è rotto.
“Nei primi giorni di allenamento ho visto grande voglia, cattiveria e concentrazione. Questa ultima settimana li ho visti un po’ così, quindi devo fargli capire che ci stiamo avvicinando al campionato”. E’ la frase che di fatto ha acuito i problemi strutturali nel rapporto tra Petrachi e la Roma e che è costata il posto al primo. E dopo quest’altra debacle, peraltro la nona in campionato (mai così male dal 2012/2013, quando a questo punto furono dieci), viene da chiedersi se forse il ds non avesse un po’ ragione. Una sconfitta davvero brutta per come è arrivata, per il momento in cui è arrivata: e oltre ai giocatori, in primis Perotti che ha lasciato in dieci i suoi, ma anche il centrocampo poco dinamico e gli esterni (vedi Under) estremamente fuori forma, sul banco degli imputati finisce anche Fonseca. Dzeko fuori per tre quarti di partita questa Roma non può proprio permetterselo, specie se il sostituto è un Kalinic abulico e incapace di fare reparto da solo. Cambi tardivi e poca convinzione nei giocatori, si potrebbe pensare che Fonseca non abbia più il controllo dello spogliatoio. Sappiamo però che così non è: la squadra senz’altro segue il portoghese e le sue idee di calcio moderne e spregiudicate, ma è ora che lo si dimostri sul campo.
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L’altra faccia della medaglia è un’Udinese che dopo aver seminato senza raccogliere, vede germogliare adesso tre punti pesanti in chiave salvezza. Non tanto per il +6 dei friulani sulle contendenti, ma soprattutto per il momento in cui arriva questa vittoria, visto che nei prossimi dieci giorni i bianconeri si giocano un campionato intero. Genoa, Spal e Sampdoria: tre sfide contro chi sta sotto la squadra di Gotti, tre match da vincere per arrivare a quaranta punti tondi. Con un tipo di prestazione come quella dell’Olimpico è possibile, ma difficilmente le squadre in lotta per la retrocessione giocheranno un match svogliato come quello di questa Roma.
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