Conferenza di addio o forse solo un arrivederci. Luciano Spalletti si congeda dalla Roma tirando in ballo Califano nella sala stampa di Trigoria: “Non escludo il ritorno”, ha detto il tecnico toscano alla richiesta di una citazione di un cantautore romano. Un anno e mezzo intenso sulla panchina giallorossa, con qualche rimpianto: “Non mi ero mai staccato dalla Roma anche in Russia, guardavo sempre i risultati, le prestazioni che hanno un valore forse più importante. Secondo me abbiamo lavorato nella maniera corretta. La cosa più importante è che lasciamo una Roma forte, che ha individualità importanti e che si è comportata da collettivo. Secondo me si poteva far meglio, come obiettivo di tutti. Lì non ci sono riuscito, forse non abbiamo remato tutti dalla stessa parte e come si è visto domenica le potenzialità sono importanti. Magari ripartendo dalla partita di domenica dove sembrava una festa o un addio“. Quale sarà dunque il suo successore? Spalletti spera “Montella o Di Francesco perché entrambi conoscono la Roma”.
Inevitabili le domande su Totti dopo l’addio di domenica all’Olimpico: “Non ho fatto smettere io Francesco. Ha smesso da solo. Anzi io gli ho fatto giocare un anno in più, gli ho voluto strabene. Lascia un vuoto incolmabile”. E sulla sua situazione: “Se ci fossero stati applausi, sarei andato via lo stesso. La gente la incontro, funziona così a Roma. C’è un modo di dire: ‘Gli allenatori non li mandiamo via, vanno via da soli’. C’è un contorno che si verifica, a me disturba un po’ meno, a qualcun altro lo ha disturbato di più e ha smesso di lavorare dopo tre mesi di lavoro. Con Totti rimarrò amico, ora che ha deciso così e si renderà conto di quanto è bello il ‘dopo’ perché il direttore glielo farà conoscere”.
LA CONFERENZA INTEGRALE
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