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Dopo che l’emergenza di COVID-19 si sarà conclusa, il calcio non sarà più lo stesso. La nota positiva però è che presto tornerà. Questo l’auspicio di Paulo Fonseca, tecnico della Roma che ha scritto una lettera ad ‘A Bola’ raccontando come ha vissuto questo periodo lontano dai campi di calcio e dai suoi affetti durante il lockdown: “Durante questo periodo di quarantena ho cercato di scacciare pessimismo e paura: credo che il mio mondo diventerà più forte e unito che mai. Fino al nostro ritorno è necessario prendere decisioni immediate e prenderle ora è quasi come arbitrare una partita senza fischietto e senza cartellini. Presto ci tornerò, nel mio mondo. Finalmente. Ma, da quanto si intravede, so già che tornerò in un mondo che sarà comprensibilmente diverso. Protocolli rigidi e necessari stanno trasformando la nostra quotidianità e, quando si tornerà a giocare, bisogna rispettare una serie di altre misure . Ma è difficile per me immaginare di giocare senza la passione dei tifosi e soprattutto di giocare senza quell’abbraccio con cui celebriamo il momento più alto del calcio, il gol. Il momento in cui il giocatore che segna viene schiacciato in mezzo a tanti abbracci, il momento in cui corre nella direzione di colui che lo ha sostenuto per abbracciarlo e dedicargli il gol“.
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Il tecnico portoghese riflette sul futuro con una lieve malinconia per tutti quegli abbracci che non si potranno più dare: “Io come festeggerò? Non abbraccerò più i miei assistenti come faccio di solito? E come sarà confortare i nostri giocatori, nei momenti difficili, senza quell’abbraccio? E come sarà quando vinceremo titoli e trofei senza quell’abbraccio? E come sarà guardare gli spalti senza intravedere quell’abbraccio tra i tifosi? Ma devo confessare che la cosa più difficile da immaginare è lo spogliatoio senza quell’abbraccio. Ci sono tantissimi abbracci con molta più importanza degli abbracci nel calcio in questo momento, lo so. E so anche che presto torneranno tutti quegli abbracci che hanno molta più forza e significato nella nostra vita. E poi con tutti gli altri abbracci tornerà quell’abbraccio. E il calcio continuerà ad essere lo spettacolo più emozionante del paese, come è sempre stato”.
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