Nonostante in ‘American Beauty’ uno straordinario Kevin Spacey esordisca annunciando la morte del personaggio che interpreta, lo spettatore riesce a simpatizzare con lui al punto da dimenticare la tragica fine che lo aspetta. Poi negli ultimi istanti di film c’è il tuffo al cuore. Un fucile si prende la scena e lo spettatore ricorda quello che aveva finto di dimenticare: “Cavolo ma lui deve morire”. Ecco, da circa tre anni la Roma approccia ogni stagione con un più che giustificato ottimismo forte di una campagna acquisti soddisfacente e di una serie di risultati che soprattutto nella prima parte portano il segno positivo. Poi il crack, maledettamente puntuale, che complica i piani e che tutti hanno provato, invano, a lasciarsi alle spalle. Da circa tre stagioni la Roma deve fare fronte ad almeno un infortunio al legamento crociato all’anno, almeno un calciatore della rosa costretto a stare ai box per sei mesi o qualcosa in meno. Un triste destino che colpisce puntualmente la società giallorossa. Da olandese ad olandese. Il primo è stato Kevin Strootman, ora il turno di Rick Karsdorp. Il terzino destro, prelevato dai giallorossi per 14 milioni dal Feyenoord, ieri si è detto “emozionato come un bambino” di aver esordito all’Olimpico. Poi la doccia gelata che in questo frangente ha preso le sembianze di un ginocchio gonfio e di un esame che recita spietato: “rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio”. Si tratta del tredicesimo caso a partire dal 2014. In compagnia dei due sfortunati olandesi ci sono: Capradossi, Nura, Ponce, Florenzi (due volte), Rudiger, Mario Rui, Emerson Palmieri, Luca Pellegrini, il baby Ganea e anche Marco Tumminello, in prestito al Crotone, ma che con la Roma ha svolto tutta la preparazione estiva.
Troppi per parlare solamente di sfortuna, troppi per essere una mera coincidenza. Abbastanza per affibbiare ai giallorossi la ‘maledizione’ di uno dei peggiori infortuni che possa capitare ad un calciatore sul rettangolo di gioco. Comprensibile la rabbia dei tifosi che hanno messo nel mirino un non precisato responsabile al Centro Sportivo Fulvio Bernardini. Ma se è sbagliato discutere le competenze di uno staff qualificato come quello della Roma, è invece naturale e scontato lasciare che un minimo e insignificante dubbio su quante responsabilità ci siano tra le mura di Trigoria baleni nella mente.