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“Cosa accadrebbe se mi offrissero il rinnovo? Non è successo non ti posso rispondere. Quello che ti posso dire è che tre mesi fa, parliamo di Budapest, c’era quasi un dramma a pensare che io potessi andare via. Ho detto a giocatori, club e tifosi che sarei rimasto. Durante il periodo di vacanze ho avuto la più grande, la più pazza offerta di lavoro che un allenatore ha mai avuto nella storia del calcio e l’ho rifiutata per la parola ai mie giocatori, a Friedkin e ai tifosi. Tre mesi dopo sembra che io sono il problema, ma questo non lo accetto. Non leggo o guardo tv, ma ho amici che mi fanno arrivare queste voci. Io non sono il problema. Le cose in un’azienda sono multifattoriali. Io ho dato la mia parola e la rispetterò fino al 30 giugno 2024 sono qui a lottare ogni giorno per i giocatori, la proprietà e i tifosi. Solo una persona può dirmi che per me finisce prima del 30 giugno, questo è mister Friedkin. Se non me lo dice sono io fino al 30 giugno sono qua e non ho paura di essere contestato”. Lo ha detto José Mourinho, allenatore della Roma, in uno sfogo in conferenza stampa alla vigilia del match contro il Frosinone: “Dobbiamo vincere, nessun alibi. Tre partite prima della fine del mercato con un solo punto in cui ci ha lasciato in una situazione che a tanti giocatori ha portato un peso. Ho pensato che dopo l’Empoli e la vittoria in Europa League che quel peso uscisse via, in campo e anche fuori, non è successo così col pareggio a Torino che in condizioni normali, in cui in Serie A squadre potenzialmente che non giocano per le posizioni superiori sono capaci di fare risultato con le big, sarebbe stato un punto positivo e invece per la nostra situazione, anche dopo una partita positiva, era un punto negativo. A Genova mi aspettavo un miglioramento e non è successo”.
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