“Non consentire che una società di calcio possa avere un impianto di proprietà vuol dire semplicemente tagliarle le gambe e non darle possibilità di sviluppo”. Lo ha detto Guido Fienga, Ceo As Roma, durante il convegno “SportLab, il futuro dell’industria dello sport” promosso da “Stadio” e “Tuttosport” in occasione dei 75 anni delle due testate. “Non dobbiamo meravigliarci se una squadra che ambisce a stare tra le prime dieci, rimane sempre indietro. Lo stadio non è un di più, ma qualcosa di intrinseco alla società stessa, e in campo europeo l’agibilità e la qualità degli stadi vengono considerati tra i requisiti per entrare a far parte delle varie competizioni”, ha evidenziato ancora Fienga.
“Chiaramente la costruzione di uno stadio deve essere funzionale, sostenibile, a certamente questo processo deve avvenire in tempi economici accettabili – ha detto ancora Fienga – Partire con un’analisi e sapere che poi l’opera viene completata dopo 13-14 anni mina la fattibilità dell’opera stessa e mette in crisi qualsiasi investitore – ha spiegato il Ceo della Roma – Noi abbiamo sempre rispettato il lavoro delle istituzioni, ma riteniamo che se avessimo avuto uno stadio in gestione avremmo potuto attivare tutta una serie di elementi, dai negozi alla ristorazione, che rappresentano comunque una parte del fatturato delle squadre. E’ un’angoscia – ha concluso – sapere di non poter competere, su questo fronte, con i nostri competitor europei, sapendo di avere i mezzi ma di non poterli investire”.