Serie A

Roma, De Rossi saluta dopo 30 partite: dalla semifinale di Europa League ai 3 punti in 4 giornate

Daniele De Rossi, Roma
Daniele De Rossi, Roma - Foto IPA

È durata appena 30 partite l’esperienza di Daniele De Rossi sulla panchina della Roma. Subentrato al posto di José Mourinho a gennaio 2024, ha fatto in tempo a ridare entusiasmo all’ambiente e firmare un contratto triennale prima di essere esonerato dopo appena quattro gare nella nuova stagione. Difficile fare un bilancio della sua avventura visto che non ha potuto portare a termine neppure una stagione intera, ma 30 partite comunque non sono poche e i numeri non mentono.

Nelle 18 panchine in Serie A nella stagione 2023/2024, la Roma di De Rossi ha totalizzato 10 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte per un totale di 34 punti. 5 in più di quelli ottenuti dal suo predecessore (e con due partite in meno), ma comunque non abbastanza per qualificarsi in Champions League. Molto positivo anche il cammino in Europa League, con la semifinale raggiunta dopo aver eliminato Brighton e Milan, e dopo aver impensierito il Bayer Leverkusen: difficile pensare di poter fare di più. La nota dolente è invece l’inizio della stagione attuale, con soli 3 punti ottenuti in 4 partite, frutto di tre pareggi (contro la Juventus e quelli deludenti contro Cagliari e Genoa) e una sconfitta all’Olimpico contro l’Empoli.

Il bilancio di De Rossi alla Roma quindi non può che essere positivo, specialmente per quello che ha portato all’ambiente a livello umano. C’è poi da ricordare che sarebbe stato irrealistico aspettarsi numeri migliori da un allenatore all’esordio assoluto in Serie A e che – tolta l’esperienza nello staff della Nazionale – aveva allenato soltanto la Spal in Serie B per 16 partite, subentrando e poi venendo esonerato a stagione in corso. Le occasioni per lui verosimilmente non mancheranno ma, per quanto l’esonero sia inaspettato – specialmente per i modi e le tempistiche -, è comprensibile che la Roma scelga di affidarsi ad un profilo più navigato (a meno che la scelta non sia dettata da una crepa nei rapporti tra De Rossi e la società o lo spogliatoio), soprattutto dopo i pesanti investimenti in estate e l’obiettivo Champions dichiarato.

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