Tanto divertimento in quel dell’Olimpico tra Roma e Benevento: un 5-2 caratterizzato da difese allegre che sicuramente non è stato disdegnato dai 1000 presenti allo stadio. La Roma torna all’antico e si presenta in campo con il 4-2-3-1, con Cristante pronto a scalare in difesa e garantire un cambio di sistema fluido. Dopo l’iniziale assestamento, gioca un buon match, nel quale gli scambi stretti e le combinazioni di qualità degli avanti fanno la differenza. Il gol dell’1-1 avrà fatto felice Fonseca, che vorrebbe vedere proprio questa Roma: Mancini recupera la palla in anticipo e con pochissimi tocchi si va in gol con Pedro.
Nella ripresa la Roma si distrae, spreca molte ripartenze e regala il rigore del pari con l’ennesimo errore nella costruzione dal basso: quello tra Mirante e Lapadula e il remake, 24 ore più tardi, di ciò che è successo dal dischetto tra Handanovic e Ibrahimovic. Da questo momento in poi tuttavia ci sono solo i capitolini, che trovano altre tre marcature facendo a fette la difesa alta dei sanniti. Sanniti che, in linea con le prime tre uscite, non sono la vostra tipica squadra neopromossa: tanta è la voglia di costruire e di creare occasioni, ma alla fine dei conti sono stati troppi i rischi presi in difesa contro una squadra ben capace ad attaccare la profondità.
Per quanto riguarda i singoli è da premiare la prestazione di Pedro: gol, rigore procurato e gara di sacrificio infarcita di giocate da parte di uno che ne ha davvero giocate e viste tante. Dzeko sembra ritrovato, non solo per la doppietta ma anche per le sue doti da regista offensivo, anche se gli errori sotto porta non sono mancati. Subentrati bene Villar e Carles Peres, mentre Ibanez è sembrato meno lucido rispetto alle prime uscite. Dall’altra parte bene Insigne e Dabo, mentre Glik e Foulon soffrono le pene dell’inferno.