Questa Roma è un fortino. Non brilla davanti, fatica a connettere tra di loro i fab four, ma quando c’è da vincere, ci riesce. Con Cristante a Salerno, con una zuccata di Smalling contro la Cremonese, venendo a capo di una partita assolutamente rognosa sia per l’interpretazione coraggiosa dei lombardi, che per una prestazione sottotono dei giallorossi, che perdono presto una certa carica iniziale e finiscono persino per doversi difendere negli ultimi metri preferendo le ripartenze. Nulla di troppo diverso rispetto allo scorso anno, in cui il finale di stagione fu di alto livello per quanto riguarda i risultati.
E questi, per ora, arrivano: come nella finale di Conference League, in cui si preferì rinunciare un po’ al bel gioco per pensare al sodo, anche contro le piccole della nostra Serie A Mourinho decide di andare avanti nel segno della prudenza, ma con un trio offensivo che, quando potrà essere al meglio, garantirà anche la brillantezza lì davanti. Abraham non segna ma aiuta la squadra, Dybala un po’ scolastico ma sfiora il gol, Zaniolo parte bene ma finisce con l’infortunarsi alla spalla, anche se non dovrebbe essere nulla di grave. Se davanti ci sono alcune difficoltà, a quel punto l’aiuto arriva da dietro. Innanzitutto, da Smalling, che con un colpo di testa segna il gol vittoria togliendo i suoi da una brutta gatta da pelare, quindi dalla difesa di ferro che non ha subito nemmeno un gol in due partite. Appena due quelli segnati, nessuno da chi gioca nelle posizioni più avanzate: quando arriveranno ci sarà da divertirsi, per il momento in cascina ci sono altri tre punti che sommati ai tre di otto giorni fa vuol dire vetta.
Un’altra buona prestazione per i ragazzi di Alvini, che però raccolgono di nuovo zero alla voce punti. Ma la strada è quella giusta, quella di giocarsela a viso aperto in trasferta contro squadre più forti, e poi costruirsi invece in casa la salvezza. Dopo due trasferta, è ora di spostarsi allo Zini, dove con organizzazione e coraggio arriveranno i punti oltre alle prestazione.