[the_ad id=”445341″]
Gianluca Rocchi, responsabile della Can, la Commissione Arbitri Nazionale, ha parlato a margine del Social Football Summit di Roma: “Rendere pubblici i dialoghi tra arbitro e assistenti è una cosa complessa che richiede tempo. Un conto è farlo come nel rugby, un altro come nella F1 in cui sono filtrati e vengono tagliate alcune cose. Stiamo migliorando parecchio rispetto allo scorso anno, ma c’è bisogno di tempo. Da parte degli arbitri non c’è alcun segreto, ma serve una preparazione comunicativa adeguata“. Rocchi ha poi proseguito: “Attualmente non potrei mandare un audio in diretta perché il livello è ancora inadeguato. Non appena saremo pronti e riceveremo un’autorizzazione della Fifa le cose cambieranno. Stiamo facendo un grande lavoro“.
“Gli arbitri sono totalmente favorevoli alla tecnologia; quando sento il contrario mi arrabbio. Il compito di un direttore di gara è prendersi cura della partita e dei calciatori al fine di evitare che si facciano male. L’obiettivo principale è quello di non commettere errori, perciò l’aiuto della tecnologia è stato prezioso. Senza alcun aiuto esterno non è facile. Un arbitro che sta male per un errore commesso non è un arbitro. Il Var? Deve essere un arbitro o un ex arbitro ed avere tanta esperienza con la tecnologia” ha aggiunto Rocchi.
[the_ad id=”1049643″]
[the_ad id=”668943″]
[the_ad id=”676180″]