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“L’arbitro non deve indirizzare la partita, deve prendere la decisione più corretta e non è sempre semplice”. Lo ha detto Nicola Rizzoli nel corso di una intervista a Dazn per la quarta stagione di ‘La Mente nel Pallone’, format originale che indaga in profondità con l’aiuto di esperti, mental coach e atleti, il rapporto fra mente e performance sportiva. Con lui Dazn porta il tifoso dentro la testa di un arbitro per scoprire ciò che sta alla base del processo decisionale, un meccanismo da lui definitivo “istintivo, ma di un istinto costruito con la logica”. “Una regola per essere fatta bene deve essere prima di tutto rispettabile. Se le regole si possono applicare, allora è facile interpretarle”, ha dichiarato Rizzoli.
Sulle dinamiche di gioco, Rizzoli dice: “Quando una persona gioca a calcio è convintissima di subire sempre un torto”. Sull’essere un buon arbitro, invece, ammette: “Io sono personalmente molto convinto che per diventare un buon arbitro devi saper giocare a calcio, devi conoscere il calcio, non conoscerlo solo da un punto di vista tattico, ma di dinamiche di gioco”. La responsabilità del ruolo. “Potere decisionale è una parola molto forte, che se viene guardata nella prospettiva sbagliata sembra una persona di potere che vuole imporre qualche decisione. In realtà il potere decisionale non è altro che un dovere, un qualcosa che ti deve portare a decidere”, dichiara Rizzoli. “Il dovere decisionale è frutto di una grande preparazione e una grande conoscenza. Frutto del camminare a braccetto tra conoscenza delle regole e conoscenza dello sport e quindi dell’applicazione e dell’applicabilità di queste regole. Noi siamo un servizio al calcio, non siamo persone che hanno un potere”, conclude.
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