Una rimonta storica in un derby in finale. Il Milan fa l’impresa, batte in rimonta da 0-2 a 3-2 l’Inter e vince l’ottava Supercoppa Italiana della sua storia, agganciando proprio i nerazzurri nell’albo d’oro. A Riyadh Sergio Conceicao vince il suo primo trofeo italiano da allenatore nella sua seconda partita in rossonero. E lo fa per giunta nel match più atteso, che dopo 47 minuti sembrava indirizzato con il 2-0 a favore dell’Inter (reti di Lautaro e Taremi). A firmare i gol della rimonta sono Theo Hernandez, Pulisic e Abraham con quest’ultimo che realizza la rete decisiva nel recupero. Sfuma così il sogno dell’Inter di vincere il trofeo per la quarta edizione consecutiva. Un’impresa mai riuscita a nessuna squadra italiana: il record resta un tabù.
IL RACCONTO DELLA FINALE
Regna l’equilibrio nel primo tempo. Due i grandi assenti: Thuram e Leao, entrambi in panchina. L’Inter si affida a Taremi in coppia con Lautaro, mentre il Milan risponde con Jimenez, Reijnders e Pulisic a supporto di Morata. La prima parata della partita la effettua Maignan al 23′ con un bell’intervento sul sinistro violento di Dimarco. Al 35′ l’Inter perde un altro big: Hakan Calhanoglu chiede il cambio per un affaticamento all’adduttore destro e Inzaghi è costretto a far entrare Asllani al suo posto. Nel recupero, quando lo 0-0 sembra destinato ad accompagnare le due squadre negli spogliatoi, l’Inter la sblocca. E lo fa con l’uomo più atteso, Lautaro Martinez, autore fino ad oggi di appena sette reti stagionali: il Toro sterza sul sinistro in area e fulmina Maignan con un mancino sul primo palo.
All’intervallo Conceicao non fa sostituzioni e al 47′ il Milan subisce il 2-0: De Vrij verticalizza in profondità per Taremi che aggancia e batte un immobile Maignan. La reazione del tecnico rossonero è immediata: fuori Jimenez, dentro Leao. L’esterno portoghese è subito decisivo perché è lui a guadagnare il calcio di punizione dal limite che riapre la partita: a prendersi l’incarico del tiro è Theo Hernandez che sceglie di calciare forte sul palo di Sommer e accorcia le distanze. Al 62′ Milan ad un passo dal 2-2: Leao semina il panico sulla sinistra e serve un rigore in movimento a Reijnders, che in spaccata calcia a botta sicura trovando il salvataggio col viso di Bastoni. Due minuti dopo altra chance: stavolta è Morata ad avere la palla del pareggio, ma sul suo colpo di testa Sommer dice no con un grande intervento in tuffo.
I ritmi si alzano: Carlos Augusto colpisce il palo di testa, poi la palla rimbalza sulla riga prima di essere bloccata da Maignan. Sul ribaltamento di fronte Barella stende Leao all’imbocco dell’area di rigore: Reijnders calcia di seconda intenzione, ma il suo tiro si infrange sulla barriera. Appuntamento col pareggio rimandato all’80’: su cross dalla sinistra di Theo Hernandez, Pulisic anticipa Bastoni, controlla e incrocia col mancino in rete. All’87’ è Maignan a salvare il risultato murando Dumfries sul tiro a botta sicura. Un intervento che vale doppio. Perché nel recupero il Milan completa la rimonta prima dei rigori: Leao brucia Bisseck e serve ad Abraham la palla da appoggiare in rete. Finisce così. Col trionfo rossonero in una partita storica.
LE PAGELLE
MIGLIORE IN CAMPO – Rafa Leao 7.5. Entra sullo 0-2 e cambia la partita. Guizzi, lampi, un pericolo costante e infine l’assist finale che vale il 3-2 definitivo. Non solo: è lui a conquistare la punizione che permette a Theo Hernandez di riaprire tutto. L’era Conceicao inizia con un trofeo e con un Leao rinato.
PEGGIORE IN CAMPO – Asllani 5. Entra male. Senza Calhanoglu, l’Inter perde tantissimo.
ARBITRO – Sozza 6. Dirige bene una gara difficile. Ma qualche sbavatura c’è, soprattutto nel secondo tempo.
TABELLINO
INTER (3-5-2): Sommer 5.5; Bisseck 5, De Vrij 6.5 (39′ st Darmian sv), Bastoni 6; Dumfries 6, Barella 6 (39′ st Frattesi sv), Calhanoglu 6 (35′ pt Asllani 5), Mkhitaryan 5.5 (20′ st Zielinski 5), Dimarco 6 (21′ st Carlos Augusto 6); Taremi 7, Martinez 7.
In panchina: Calligaris, J. Martinez; Aidoo, Alexiou, Palacios, Berenbruch, Buchanan, Arnautovic, Correa, Thuram.
Allenatore: Inzaghi 5
MILAN (4-3-3): Maignan 7; E. Royal 5.5 (42′ st Calabria sv), Tomori 6, Thiaw 6, Hernandez 7.5; Musah 6 (32′ st Abraham 7.5), Fofana 6, Reijnders 6 (32′ st Loftus-Cheek sv); Jimenez 5 (5′ st Leao 7.5), Morata 6, Pulisic 7.5.
In panchina: Sportiello, Bartesaghi, Gabbia, Pavlovic, Terracciano, Bennacer, Vos, Zeroli, Camarda, Jovic, Traorè.
Allenatore: Conceicao 7.5
ARBITRO: Sozza di Seregno 5.5
RETI: 46’pt Martinez, 2′ st Taremi, 7′ st Hernandez, 35′ st Pulisic, 48’st Abraham.
NOTE: cielo sereno, campo in discrete condizioni.
Ammoniti: Mkhitaryan, Dumfries, Tomori, Barella, Bastoni. Angoli 6-4. Recupero 1′ pt, 5′ +2′ st.
LE DICHIARAZIONI
SIMONE INZAGHI – “Facciamo i complimenti al Milan perché non ha mai mollato, nonostante lo 0-2. Sull’azione dell’1-2 abbiamo perso un pallone, dovevamo controllare meglio la gara. Maignan è stato bravissimo su Carlos Augusto e Dumfries. È una sconfitta dolorosa, ma questa squadra si rialzerà come ha sempre fatto in questi tre anni e mezzo dopo situazioni del genere. Ci sono 6 partite in 18 giorni e bisogna ripartire nel migliore dei modi. Quando arriva la fatica si abbassa l’intensità, come stasera. In difesa faccio un applauso ai miei ragazzi perché giocano sempre gli stessi. Sul 2-1 c’era forse un fallo su Asllani a inizio azione ma dovevamo gestirla meglio. I cambi hanno inciso. Loro hanno messo attaccanti e gente di gamba. Sul 2-1 e poi sul 2-2 abbiamo avuto occasioni, ma non siamo riusciti a chiudere la gara. Da partite del genere si può però crescere”.
SERGIO CONCEICAO – “Sono molto contento per i giocatori. Non era facile, il morale non era al massimo. Abbiamo avuto poco tempo per lavorare su tanti piccoli dettagli. Abbiamo affrontato due grandi squadre in pochissimo tempo. Non è tutto perfetto, c’è tanto lavoro davanti a noi ma i ragazzi ne sono consapevoli. Possiamo fare bene nei prossimi mesi. Il Milan non deve stare al settimo posto, come adesso. Ora inizieremo a pensare al Cagliari. C’erano un paio di cose a livello offensivo da migliorare. È arrivato un gol da rimessa laterale a fine primo tempo e non abbiamo letto una palla a inizio ripresa che è valsa il 2-0. La nostra squadra però ha carattere. Se vogliamo essere compatti, tutti i reparti devono essere compatti. Per tornare a essere il grande Milan, bisogna avere coraggio e fame. Leao è un fenomeno. Gliel’ho detto a fine partita. Lui è un portoghese rilassato, io sono più intenso. Può diventare il più grande giocatore del mondo se impara due o tre cose. Ha tantissima qualità. Se la mette al servizio della squadra può essere ancora più forte. Alla fine della stagione sarà uno dei più forti, non ho dubbi”.