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Adesso questo Napoli fa paura a tutte. Vincere a Marassi contro una Sampdoria in salute era un po’ la prova del nove per la squadra di Spalletti, ma piazzare un altro poker dopo tre giorni dallo 0-4 di Udine è qualcosa che va oltre a ogni possibile previsione. E allora, adesso è il caso di dirlo: per lo scudetto, fino alla fine, lotteranno anche i partenopei, a meno di crolli che per il momento, stando a quanto ci dice il campo dopo appena cinque giornate, sembrano davvero difficili. Osimhen è sempre più trascinatore, Insigne sforna assist e il gol per lui arriverà presto, Zielinski ritrova la condizione e segna subito. E poi c’è un super centrocampo: Ruiz imposta e segna, Anguissa fa sentire i muscoli ed è davvero dominante con la sua stazza e una buona tecnica. Il 4-2-3-1 offre anche gran copertura e l’unica nota negativa è l’infortunio di Rrahmani che costringerà Manolas e Koulibaly a un tour de force. Ma la squadra gira alla grande e non può più nascondersi. Cinque partite vinte in avvio come all’ultimo anno di Sarri, capolista e punteggio pieno, impossibile non sognare in grande.
Nota negativa, invece, proprio Sarri e la sua nuova avventura alla Lazio che, per usare un eufemismo, non decolla. Anzi, è crisi nera. Due pareggi di fila dopo una sconfitta nelle ultime tre di campionato (due punti tra Cagliari e Torino in tre giorni), il ko in Europa League che cancellano le due vittorie iniziali. Immobile salva i suoi da una sconfitta con zero gol segnati che sarebbe stata un vero disastro, ma il pareggio, nonostante il modo in cui è arrivato, col rigore per gli ospiti in pieno recupero, non basta per vedere il bicchiere mezzo pieno. Certo, il Toro di Juric è una squadra assolutamente insidiosa e ormai padrona dei propri mezzi, ma se la Lazio ambisce ai piani altissimi ha bisogno di trovare in fretta tutta un’altra continuità.
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