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La battaglia lunghissima di Gabriele Gravina è giunta alla sua conclusione: è vittoria del calcio al fotofinish, il comitato tecnico scientifico deve piegarsi alla voglia di ripartire e, soprattutto, di non fermarsi più. Nel giorno in cui riprende il calcio italiano con Juventus-Milan, arriva anche l’ok per la quarantena individuale. La Figc riesce a ottenere lo “sconto” rispetto a qualsiasi altro settore che ha dovuto invece applicare i propri protocolli senza se e senza ma, e così in caso di positività al coronavirus il calciatore in questione andrà in isolamento da solo e non saranno sottoposti alle stesse misure i compagni che sono entrati a contatto con lui, ovviamente qualora non siano positivi a loro volta.
Questo assist del Cts consentirà, a meno di cataclismi, al calcio italiano di completare nel modo più regolare possibile – se così si può dire – la stagione. Non si fermeranno le squadre intere ma solo i singoli, questo vuol dire che si potrà imitare il modello tedesco che fin qui non ha sollevato particolari perplessità e che in Germania sembra apprezzato. Questa apertura, un vero e proprio passo indietro rispetto alle norme stringenti che lo stesso comitato aveva imposto alla Federcalcio, non piace però a parte dell’opinione pubblica.
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Un privilegio, l’ennesimo del calcio. Può essere visto così, e non sbaglia chi la mette su questo piano. Perché, d’altronde, in qualsiasi altro settore i protocolli stabiliti inizialmente – qualsiasi essi siano – vengono rispettati pedissequamente mentre il pallone ha avuto questo “permesso” che non è altro che l’accoglimento di un’istanza portata avanti da Gravina ormai da settimane? Difficile non tirare in ballo, per rispondere, il fatto che il calcio in Italia non è solo un gioco, ma un’industria che fattura tanto e contribuisce per l’1% al Pil (che pare sia destinato a crollare oltre le due cifre quest’anno). E’ vero, è stato concesso un privilegio e i tecnici dello Stato sembrano quasi aver alzato bandiera bianca contro un mondo, quello del pallone, egemone e padrone: ma, riflettendoci meglio, far ripartire il calcio e non concedere questo piccolo strappo alla regola, sarebbe risultato esso stesso un modo per non consentire la vera ripresa. O tutto, o niente: il calcio si è preso tutto, e adesso si può tornare a parlare di gol, giocate e quant’altro.
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