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Non c’è squadra più enigmatica del Sassuolo in Serie A. E non c’è allenatore dai confini più criptici di Alessio Dionisi, uno che nella preparazione dei big match sembra aver la stoffa del top coach, ma che fatica a gestire la costanza di rendimento. La sfida contro la Lazio al Mapei Stadium impone ai neroverdi un doppio e inedito compito: confermarsi nei big match, dopo le vittorie su Juventus e Inter; ma allo stesso tempo reagire dopo un punto in due partite tra Monza e Lecce. Il Sassuolo a tratti sembra ad un passo dal compiere quel salto di qualità che l’Atalanta di Gasperini ha fatto da anni, ma allo stesso tempo, alla prova di maturità, ripiomba nei bassifondi di classifica. La squadra neroverde ha subito gol in tutte le ultime 16 partite di Serie A, striscia aperta più lunga tra le squadre attualmente del campionato italiano. Ma allo stesso tempo è la prima per numero di attacchi diretti, vale a dire il numero di sequenze su azione che inizia nella propria metà campo, e ha il 50% di movimenti in verticale che terminano con una conclusione o un tocco in area. Insomma, l’impostazione dal basso funziona ed è efficace. Ma adesso serve un altro tipo di risposte. Il Sassuolo sa giocare, ma sa farlo con continuità? La Lazio è un nuovo banco di prova per fornire altri segnali incoraggianti contro una big che sa coniugare fisicità e qualità.
A Dionisi mancherà una pedina chiave come Matheus Henrique, che sarà sostituito da Racic al fianco di Boloca. Non sono in discussione Berardi, Bajrami e Laurientè alle spalle di Pinamonti. Se l’esterno prodotto del vivaio ha ormai superato l’esame di maturità (e la doppietta a Malta lo testimonia), l’ex Empoli non riesce ancora a fornire un identikit preciso di sé stesso. Quattro gol in otto partite sono tanti, se si pensa che nella scorsa stagione le reti totali furono cinque. Ma la sensazione è che ci siano ancora potenzialità inespresse, un po’ come Laurientè che fin qui si è limitato a segnare un gol e a fornire un assist. Poco per chi nella scorsa stagione si era imposto come una delle sorprese del campionato con sette reti e sei assist. In compenso, Berardi sta vivendo l’ennesimo momento magico. Solamente Lautaro (28) e Osimhen (25) hanno preso parte a più gol dell’attaccante neroverde in campionato nell’anno solare in corso (sedici reti e otto assist). Numeri da big per l’unico in casa Sassuolo che forse non ha bisogno di definire i confini del suo talento.
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