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Punto inutile alla Dacia Arena: la Lazio si ferma sul più bello, l’Udinese non si allontana dalla zona calda

Marvin Zeegelaar e Felipe Anderson
Marvin Zeegelaar e Felipe Anderson - Foto Antonio Fraioli

La Lazio si ferma sul più bello in casa dell’Udinese e non sfrutta i passi falsi di Juventus e Atalanta, compiendone uno, o comunque mezzo, anche lei. Alla Dacia Arena i friulani impongono un meritato 1-1, e avrebbero persino potuto vincerla al 93′ se il tiro di Molina non si fosse infranto contro l’incrocio dei pali. Ma il pari è giusto e racconta di una squadra di Sarri un po’ troppo sfilacciata e con non troppa personalità: davanti non si è fatto tantissimo, questo può succedere quando in un colpo solo manca Immobile per infortunio, Lucas Leiva e Luis Alberto per squalifica con Pedro che alza bandiera bianca dopo venti minuti. Zaccagni e Milinkovic-Savic giocano una grande partita, Felipe Anderson segna, ma forse è mancato qualcosa da Cabral, un po’ timido e impreciso, e da Basic che si è limitato al compitino. Insomma, era una bella prova del nove per chi vuole lottare per la Champions e non viene superata appieno. Il quarto posto resta comunque distante solo quattro punti e tutto è ancora in gioco, ma vincendo oggi in Friuli sarebbero stati due i punti di distacco dalla Juventus con cui va ancora giocato il secondo scontro diretto.

Una squadra un po’ svuotata delle certezze che aveva trovato nelle ultime dieci partite dove erano arrivati venti punti, una media di due a partita che se mantenuta fino a fine campionato non può certo non portare il quarto posto. Il problema è che un pareggio contro una squadra in lotta per la salvezza, ma assolutamente viva, non si può accogliere positivamente. E difficilmente a Formello domani saranno felici, con tutte le attenuanti del caso. A Udine, invece, nonostante il pareggio alla fine sposti poco in classifica, e con le due partite da recuperare che rendono quest’ultima decisamente falsata, può essere un punto utile per dare morale dopo il rovinoso 4-0 con il Verona. Il calendario, però, è difficilissimo, e bisognerà correre per non farsi definitivamente risucchiare nelle zone basse.

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