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A Torino è partito il processo d’appello denominato ‘Last Banner’, che vede come imputati sei capi ultrà della Juventus, accusati di avere fatto pressioni illecite sulla società bianconera. Come riporta l’ANSA, questa mattina la pubblico ministero Chiara Maina ha chiesto la conferma in Appello delle condanne di primo grado. La sentenza nell’ottobre 2021 portò alla condanna di Dino Mocciola, considerato il leader dei Drughi, a 4 anni e 10 mesi, di Domenico Scarano, (deceduto nel maggio scorso), a 3 anni e 3 mesi, di Salvatore Cava a 2 anni e 4 mesi, di Sergio Genre a 2 anni e 6 mesi, di Umberto Toia a 1 anno e sei mesi e a Giuseppe Franzo 1 anno e 2 mesi. “Last Banner non è stata un’inchiesta semplice – ha detto oggi in aula la pm Maina – Non si tratta di una banale vicenda da stadio messa in atto da soggetti agitati, ma la gestione delle curve che è anche un problema della gestione di ordine pubblico”, Il processo di primo grado ha confermato, come ha sottolineato Maina, che “questi ultras hanno la capacità di condizionare l’intera curva”.
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