In comune hanno alcuni numeri di maglia in carriera (il 10 e il 17), il colore chiaro dei capelli, il fisico slanciato (1.90 uno, 1.92 l’altro) e la duttilità nel reparto offensivo. Le somiglianze tra Nicolò Zaniolo e Charles De Ketelaere – due dei protagonisti più attesi di questo Atalanta-Milan – finiscono qui. Esuberante e sfacciato il primo, timido e schivo il secondo. Fin qui hanno giocato pochissimo insieme visto che Zaniolo non è mai partito titolare in stagione e ha accumulato solamente 282′ tra Serie A ed Europa. L’ex Roma – reduce dal gol ai giallorossi con esultanza polemica – non ha mai giocato più di mezz’ora a partita (esclusi i minuti di recupero) in questa annata e adesso spera che quel colpo di testa che ha chiuso i giochi all’Olimpico possa rappresentare la via più breve per scalare le gerarchie di Gian Piero Gasperini. Tullio Gritti, vice del tecnico bergamasco, ha speso belle parole per lui: “Nicolò ha tanti margini, sta lavorando tantissimo in settimana. Si sta impegnando e questo gol è il coronamento di tutto il suo impegno. Se continua così, va a finire sulla strada di quei tantissimi giocatori che sono ripartiti dall’Atalanta. Se segue il mister, sicuramente ripartirà”.
Zaniolo aspetta una chance, ma per ora dovrà ancora avere pazienza. D’altronde se l’Atalanta è la squadra migliore in Italia per assist (24), conclusioni (175) e percentuale realizzativa (16.4%) lo deve anche ai tre titolarissimi: Lookman, Retegui e De Ketelaere, tutti e tre in ombra a Roma, anche se il belga e il nigeriano sono stati i migliori dopo Ederson (12) per passaggi riusciti nell’ultimo terzo di campo (10). Gasperini se li tiene stretti e li schiererà dal 1′ contro un Milan che arriva a Bergamo sapendo di dover prestare attenzione al grande ex. De Ketelaere è secondo in Serie A per assist serviti (5), ma non segna dal 26 ottobre scorso, in occasione del 6-1 inflitto al Verona. A Milano si parla di grande rimpianto e la cosa più ovvia l’ha detta Paulo Fonseca: “A volte il modo di giocare cambia i calciatori”. La pazienza che non ha avuto il Milan, l’ha avuta la Dea, che ormai si muove e ragiona da big, ma che non ha perso le qualità migliori dei club provinciali, sapendo inserire con prudenza ogni elemento senza frenesia e troppe pressioni. La stessa pazienza necessaria per Zaniolo, reduce dall’avventura sottotono con l’Aston Villa. Dopo il gol dell’ex del classe 1999 nella Capitale, l’Atalanta ne sogna un altro. Stavolta senza esultanze polemiche e magliette tolte: difficile immaginare la scena dell’Olimpico per il timido e introverso Charles.