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Più che smarrita, sembra una Lazio ‘nuova’. Nel 2021 Maurizio Sarri impiegò poco tempo per smantellare equilibri, convinzioni e ritmi dell’era Inzaghi e adesso l’allenatore toscano sembra chiamato quantomeno a reinventare la sua creatura senza Sergej Milinkovic-Savic, la pietra angolare che una volta rimossa ha spinto il tecnico a ricercarne un’altra. Non tutto è perduto in casa Lazio, visto che già in passato la squadra biancoceleste fu protagonista di rimonte in classifica dopo partenze da dimenticare. Sarri però sembra aver bisogno di una svolta strutturale, più che di una scintilla sul morale. Quella già c’è stata più volte: la vittoria sul Napoli al ‘Maradona’ poteva esserlo, così come lo storico gol di Provedel all’Atletico, ma a Monza l’entusiasmo accumulato si è spento tra le ripartenze continue dei biancorossi.
Dopo quattro punti in cinque partite, l’imperativo è vincere in casa, all’Olimpico, contro il Torino di Ivan Juric. La squadra granata ha raccolto otto punti in queste prime cinque giornate di campionato, due in meno dei 10 dello scorso anno allo stesso punto del torneo, con gli stessi gol fatti (6) e gli stessi gol subiti (5). La squadra però è cambiata. Cairo ha difeso i gioielli Ricci e Schuurs, rinforzando la rosa con Bellanova, Tameze e Zapata. L’ex Atalanta, dopo il gol alla Roma per l’1-1, cerca il quinto sigillo in carriera contro i biancocelesti. Sarri si affida a Casale per contrastare la fisicità del colombiano, ma c’è chi ipotizza un turno di riposo per Romagnoli. Nel caso si scalda Patric, che non ha sfigurato quando è stato chiamato in causa. A centrocampo nel ruolo che fu di Milinkovic dovrebbe tornare Kamada, con Guendouzi che va verso la panchina.
Luis Alberto – il miglior elemento stagionale fin qui insieme a Provedel – non è in discussione, mentre in regia c’è un ballottaggio che coinvolge Cataldi, Vecino e Rovella. Anche l’attacco è chiamato a dare una scossa. Ciro Immobile cerca il gol da tre punti, visto che fin qui ha messo la firma sul tabellino solo a Lecce (sconfitta 2-1) e col Monza (1-1), mentre Mattia Zaccagni e Felipe Anderson devono offrire più spunti. I due esterni biancocelesti nella partita contro il Monza hanno completato un solo dribbling a testa rispettivamente in 76′ e 40′. Troppo poco per chi lo scorso anno ha rappresentato un elemento cruciale. Il brasiliano tornerà dal 1′, mentre l’azzurro potrebbe rifiatare. Al suo posto Pedro sembra in vantaggio su Isaksen. Sullo sfondo Valentin Castellanos, vice Immobile, per ora relegato al ruolo di tappabuchi (solo 35′ fin qui) che fu di Muriqi. Rispetto al kosovaro, però, il Taty ha più giocate, qualità e spunti nel repertorio. Ad oggi non basta per scalzare dal ruolo il miglior marcatore biancoceleste di tutti i tempi.
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