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“La Procura Federale fonda il ricorso per revocazione sulle 14.000 pagine ricevute dalla Procura di Torino, che ritiene svelino l’esistenza di un ‘sistema’ che conferma il teorema accusatorio. A mio avviso, gli elementi nuovi prodotti non sono idonei a incidere sulla sostanza della decisione assunta a primavera dalla Corte d’appello Figc”. Lo ha detto l’avvocato Mattia Grassani, interpellato dall’ANSA, in vista dell’ udienza per il caso plusvalenze, che coinvolge Juventus, Sampdoria, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Pescara, Novara, e loro dirigenti. Dopo l’istanza di revocazione della Procura, la Corte d’Appello della Federcalcio deve decidere se riaprire il processo sportivo. L’avvocato sottolinea che nel ricorso della procura federale “non è addotto uno specifico fatto decisivo, e su questo le parti coinvolte hanno sollevato eccezioni a mio avviso non peregrine. La Corte dovrà valutare se le nuove prove siano tali da fa rivedere la decisione adottata, secondo cui i deferiti non potevano essere sanzionati per l’inesistenza di una norma che disciplini i criteri per l’attribuzione del valore dei diritti alle prestazioni dei calciatori”, conclude Grassani.
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