[the_ad id=”445341″]
Sono da poco passate le ore ventuno, oltre otto ore e mezzo dopo l’inizio dell’udienza, arriva il dispositivo della Corte Federale d’Appello sul caso plusvalenze: quindici punti di penalizzazione alla Juventus, due anni e sei mesi di inibizione a Fabio Paratici, due anni ad Andrea Agnelli e Maurizio Arrivabene, un anno e quattro mesi a Federico Cherubini (direttore sportivo in carica), otto mesi a Pavel Nedved. Tutte le altre società con i rispettivi dirigenti assolti. La notizia fa il giro del Mondo e riporta il calcio italiano indietro di qualche decennio. Inizia ufficialmente una nuova stagione, dove il campo e il pallone non c’entrano niente, ma a prendersi la scena saranno le aule dei tribunali.
L’ARRINGA DI CHINE’ E LA DECISIONE DELLA CORTE – C’è un principio che ieri ha guidato la dura requisitoria del procuratore della Figc, Giuseppe Chinè: “La Juventus deve finire fuori dall’Europa”. Perché per il procuratore bisognava dare una pena afflittiva a campionato in corso, spedendo il più possibile il club bianconero lontano dai primi sette posti del campionato. Ed è per questo che aveva richiesto nove punti di penalizzazione. La Corte però è andata oltre. E per conoscere le motivazioni bisognerà attendere circa dieci giorni. Ma appare chiaro che sia stato tirato in ballo una sorta di ‘sistema’ con la Juventus in testa e le altre squadre defilate.
GLI ALTRI CLUB – Gli altri club, otto, sono stati tutti assolti. Ed è la vera domanda che assale il tifoso juventino da ieri sera: “La Juventus le plusvalenze mica le ha fatte da sole”. Ed è qui che entra in gioco l’inchiesta ‘Prisma’ della Procura di Torino, le migliaia e migliaia di pagine che rischiano di terremotare buona parte del calcio italiano. Perché, secondo gli inquirenti, la Juventus aveva creato un sistema artificioso per gonfiare i bilanci, non solo quelli della Juventus, ma anche di altre società citate nelle pagine d’inchiesta: “L’ho sempre fatto, l’ho fatto con Caldara… l’operazione devi farmela fare a me! Dammi retta, l’operazione la faccio io anche per il Pisa! Tu dammi le linee, il resto lo metto a posto io: l’ho fatto per il Genoa e per l’Atalanta tutta la vita, l’ho fatto per il Sassuolo…”. Così diceva in una intercettazione, riportata da Repubblica, l’ex direttore sportivo della Juventus, Fabio Paratici. Ed è per questo motivo che la domanda dei tifosi bianconeri, probabilmente, avrà presto una risposta. Il procuratore della Federcalcio è al lavoro da tempo per un secondo filone plusvalenze e sta indagando sulle altre società che non erano presenti in questo primo di filone e che invece compaiono nell’inchiesta Prisma. Dunque la sensazione è che siamo solo all’inizio.
LA JUVE ADESSO RISCHIA SU OGNI FRONTE – Ma la partita della Juventus adesso si fa sempre più difficile. In teoria il caso plusvalenze, visto che non c’era nessun precedente giuridico in merito, era quello in cui l’accusa aveva meno possibilità di arrivare a dama. E invece la sentenza della Corte, e in attesa del ricorso che verrà discusso al Collegio di Garanzia dello Sport, è andata ben oltre. Perché il club bianconero adesso rischia davvero grosso: il procuratore Chiné ha già aperto l’inchiesta sul fronte stipendi, il vero filone della ‘paura’ per club e giocatori. Dove si discute del falso in bilancio e nell’inchiesta Prisma gli inquirenti di Torino si sono già espressi sulle violazioni delle Noif federali. E poi c’è il processo ordinario con l’udienza preliminare fissata per il prossimo 27 di marzo dove si deciderà sul rinvio a giudizio da Agnelli in giù. Non bastasse quello c’è anche la partita con l’Uefa: da Nyon vigilano e seguono tutto quello che accade e sono pronti ad intervenire. In teoria la Juventus, qualora non riuscisse a qualificarsi direttamente per l’Europa e appare molto complicato vista la penalizzazione attuale, avrebbe due chance per entrarci il prossimo anno: vincere la Coppa Italia e andare in Europa League oppure vincere l’Europa League e giocare la Champions League. In pratica tutto ciò potrebbe essere reso vano da un provvedimento di esclusione che potrebbe arrivare appunto dalla Uefa. L’orizzonte bianconero è gelido, l’inverno sembra appena cominciato. E i segnali c’erano tutti: l’azzeramento di un Cda, con le dimissioni in blocco, era un segnale talmente straordinario che era difficile da ignorarlo nella sua complessità .
[the_ad id=”1049643″]
[the_ad id=”668943″]
[the_ad id=”676180″]