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Pirlo e Juventus ko: addio Scudetto? Ora è tempo di riflessioni

Andrea Pirlo
Andrea Pirlo - Foto Antonio Fraioli

Più di 150 presenze da compagni di squadra in campo ma oggi Andrea Pirlo e Filippo Inzaghi si sono inevitabilmente spartiti una potenziale svolta per la carriera di entrambi. Lo snodo ha sorriso al tecnico sannita che torna alla vittoria nell’occasione più imprevedibile ma travolge lo stato d’animo del bianconero che dopo l’eliminazione dalla Champions League, rischia di salutare anche ogni velleità Scudetto. Perdere ci sta, come concludere un ciclo storico, ma non così. Non con un atteggiamento che troppe volte si è visto in questa stagione. All’Allianz Stadium termina 1-0 per il Benevento trascinato da un Gaich che è pronto a vestire l’abito di uomo salvezza. E se lui è l’uomo salvezza, Arthur è colui che rischia di servire un assist alle milanesi per le prime due posizioni. Paratici nel post partita ha difeso Pirlo. Ma fino a quanto? Quel che è certo è che a Vinovo è tempo di riflessioni, mai così imponenti negli ultimi dieci anni. Nel ventunesimo secolo, in due occasioni la Juventus è riuscita a vincere lo Scudetto ottenendo 55 o meno punti dopo le prime 26 partite disputate in campionato: nel 2001/02 (52 punti a questo punto del torneo) e nel 2011/12 (52 punti). Era questo il dato della vigilia, a tratti incoraggiante, seppur con la consapevolezza di una forza degli avversari inferiore a quella di Lukaku e compagni. Dopo ventisette partite, sono undici i punti in meno rispetto alla scorsa stagione di Sarri, addirittura venti rispetto all’ultimo Allegri, oggi ospite agli studi Sky. Crolla ogni certezza, anche quella legata al fortino Allianz Stadium dove la Juventus aveva vinto le ultime sette gare, segnando almeno due gol in ciascuna partita. E lo fa contro la squadra che da più tempo aspettava una vittoria, vale a dire dal 6 gennaio scorso contro il Cagliari. Una striscia negativa di undici partite che si è infranta contro una Juventus che contro ogni pronostico deve iniziare anche a guardarsi le spalle.

Anche perché la lotta per il quarto posto inizia a farsi serrata. Dopo tre sconfitte in trasferta, la Lazio torna a vincere lontano dall’Olimpico. Lo fa con un 1-0 che porta la firma di Marusic, la grande sorpresa stagionale. Dove gioca, il montenegrino fa bene: da difensore centrale è più convincente di Patric e Musacchio (ancora male), sprecato da vice Lazzari, vero grande sostituto di Lulic sulla sinistra. La Lazio soffre nel finale ma tira un sospiro di sollievo e ottiene tre punti che la proiettano a quota 49 punti in classifica. E se la lotta Champions si fa serrata, quella salvezza si fa drammatica per Cagliari e Torino. La squadra granata perde anche contro la Sampdoria e ora deve fare i conti col fantasma di una lotta a due con i sardi. Belotti contro Godin. Sirigu contro Nainggolan. Contro ogni pronostico. Come questa pazza Serie A. 

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