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Un Milan da record torna alla “normalità”, come l’hanno definita Maldini e Calabria nel post partita. Dopo sette anni, il Milan torna in Champions League e lo fa chiudendo un cerchio che si è aperto a Bergamo con un 5-0 incassato contro l’Atalanta. Un anno e mezzo dopo, il Milan espugna il Gewiss Stadium con due rigori di Kessie e torna a qualificarsi alla massima competizione continentale. Sono undici i gol stagionali dell’ivoriano, decisivo in ogni punto del campo ma anche, e perché, no dal dischetto. Lo fa con una partita importante, soprattutto dal punto di vista difensivo, con una porta inviolata contro l’attacco atomico da 90 gol dei bergamaschi. Ma lo fa soprattutto con l’ennesima grande prestazione in trasferta. Il Milan stabilisce un nuovo record assoluto di vittorie esterne in una stagione di Serie A con sedici successi in trasferta, più dell’Inter 2006-07. Sulla differenza di rendimento in casa, Pioli non ha dubbi e punta il dito contro la mancanza della “giocata individuale e gli 1 contro 1 offensivi nella trequarti avversaria. Fuori casa abbiamo trovato qualche spazio in più”, dice il tecnico rossonero con qualche indicazione di mercato che nelle prossime settimane riguarderà soprattutto il futuro di Donnarumma, “tra i più contenti”, ha detto Maldini.
Nel giorno del disastro del Napoli di Gattuso, il Milan fa il suo contro la squadra più pericolosa da affrontare in casa. Una Atalanta che di motivazioni ne aveva eccome: il secondo posto, il record di vittore casalinghe consecutive (8) e il record di punti da superare, 78, come la scorsa stagione. Ma il Milan è stata la più forte e ha meritato il secondo posto, posizione occupata più volte in stagione. Ora tornerà la musica più ambita. Ma la strada da seguire l’ha tracciata Calabria, una delle sorprese stagionali: “Chi ha questo stemma sul petto, deve capire che lottare per la Champions deve essere la normalità”.
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