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“Adesso è il momento di lasciare spazio agli altri, non è facile ma quando si vuole giocare a tutti i costi anche a 40 anni si rischia di dare fastidio e di essere negativi. Ringrazio tutti, compagni, mister e tifosi. Auguro al Chievo un in bocca al lupo enorme“. Sergio Pellissier dà l’addio al calcio. Il capitano del Chievo quest’oggi in conferenza stampa ha comunicato la decisione di ritirarsi dal calcio giocato dopo anni di gloriosa carriera arricchiti da tanti gol nel massimo campionato italiano. “Non ho preso la decisione di ritirarmi in un giorno, ci ho pensato tutto l’anno. Il presidente lo sapeva da tre o quattro mesi e ha provato a convincermi a ripensarci ma era giusto così – ha sottolineato Pellissier – Io voglio che questa società torni subito a essere quella che è stata negli ultimi anni“.
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Sui momenti più belli trascorsi durante la sua carriera: “Sicuramente il primo gol in Serie A. Qui ho passato momenti belli e momenti brutti, dopo la prima retrocessione sono diventato capitano e sono stato responsabilizzato. Al Chievo abbiamo sempre lottato e sono cresciuto di più nei momenti negativi. Se fossi andato via non so come sarebbe stata la mia carriera. Ho raggiunto traguardi incredibili, come esordire e segnare in Nazionale“. Infine sul futuro: “Il mio domani è fino a fine campionato. Come ho detto prima io voglio giocare ancora, voglio dare il mio contributo e vorrei soprattutto scendere in campo nell’ultima partita in casa per festeggiare con i miei tifosi. Vivo giorno per giorno, non sto pensando all’anno prossimo, il problema adesso è di Campedelli“.
Parola al presidente Campedelli che annuncia il ritiro della maglia di Pellissier: “È la sua maglia e lo sarà per sempre. Sarebbe poi una responsabilità troppo grande per gli altri. L’unico che potrà indossarla di nuovo potrebbe essere suo figlio. Per me la numero 31 è ‘ritirata’ dal 2008“. Poi il numero uno del club veronese prosegue: “Pellissier incarna quello che è il Chievo. È stato con noi nel bene e nel male, ha sempre dato tutti se stesso, dando più di quello che avrebbe potuto. È sempre stato l’anima e lo spirito di questo Chievo. La società non può prescindere da lui e ci tengo a dirlo anche se è un po’ prematuro. Lo ringrazio dal profondo del cuore per la persona che è per il giocatore che è. Grazie davvero a Sergio da parte della società e dei tifoso, visto che sono il primo tifoso“.
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