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Un piacevole ritorno per Paulo Sousa, che nella giornata di sabato ha assistito a Fiorentina-Roma, gara valevole per l’undicesima giornata del campionato di Serie A 201/2019. Il tecnico portoghese, che ha seduto sulla panchina della viola dal 2015 al 2017, ha parlato ai microfoni di Sky Sport. “Ritorno al Franchi? Non mi aspettavo l’emozione che ho vissuto, dico la verità – racconta Sousa -. Passeggiare e arrivare verso la tribuna, mi ha fatto un effetto che non mi aspettavo. Un’emozione buona, mi sono sentito a casa, perché sono una persona che si emoziona, ma anche fredda, e so distinguere queste cose. Sono stato felice di essere tornato.
ALLENARE LA ROMA – “Mi piacerebbe, l’ho sempre detto. Questo è il mio obiettivo. Purtroppo, dopo la Fiorentina le mie aspettative erano altre, di allenare una squadra per vincere il campionato e competere fino alla fine in Champions. Il timing non è stato il migliore per me, ho dovuto prendere altre decisioni. Ma questo è il mio target, se c’è la Roma, o una squadra così, io aspetto”.
LA LOTTA SCUDETTO – “Anti-Juve? Quella che vedo io con chance è l’Inter. Costruita per vincere, forte fisicamente, con una rosa ampia, con un allenatore con molta esperienza, con giocatori esperti, con molta qualità . La Juve, che ha sempre la capacità di acquistare i migliori, ha la cultura di vincere. Per questo, è sempre difficile batterla e quest’anno è partita molto forte. Ha avuto un impatto importante anche Cristiano Ronaldo, non solo per la Juve, ma anche per il calcio italiano. È stato, credo, nove anni al Real Madrid, ha vinto tutto, poi, ha scelto la Juve, perché sa che la Juve può garantirgli, nonostante la sua età , di continuare a superarsi”.
SU CHIESA – “Lui ha una base famigliare straordinaria, una base sua, anche personale, che me lo fa paragone, sotto diversi aspetti, a Cristiano Ronaldo, per la fame di arrivarci, di fare gol, di superarsi, per la fame continua di essere sempre il migliore e di battere tutti i suoi record. Sono sempre più deciso nel dire che questa è la città giusta per creare una cultura straordinaria di vittoria. Io credo che Chiesa ha bisogno di quello step, di una struttura che ha già questa cultura di vittoria, Non sono così tante. Per me è predestinato ad arrivare a un altro step, dove può vincere tutto e che può aiutarlo a maturare in quello che gli manca. Credo non sia ancora arrivato quel momento, lo stanno gestendo molto bene, tanto la famiglia, come se stesso, il suo entourage lo sa fare molto bene, e credo che la Fiorentina lo può aiutare in questo”.