“Penso di tornare pronto per allenarmi e giocare con la Juve. Io adesso sono un giocatore nella Juve. Nella mia testa c’è soltanto questo oggi”. In un’intervista esclusiva alla Gazzetta dello Sport, Paul Pogba è uscito allo scoperto e ha parlato di un suo possibile ritorno in campo con la maglia della Juventus in seguito alla riduzione della squalifica per doping a 18 mesi da parte del TAS, con scadenza a marzo: “Sarà un nuovo Pogba: più affamato, più saggio e più forte. Mi sono allenato da solo con i preparatori in questo anno e sono pronto a tornare alla normalità nel 2025. Ho soltanto un desiderio, giocare a calcio. Io sono disposto a rinunciare anche a dei soldi pur di giocare ancora nella Juve. Voglio tornare”.
E ancora: “Non dipende tutto da me, ma anche dai progetti della Juve e da come mi alleno. Io mi voglio mettermi a livello degli altri per stare al passo con la squadra di Thiago Motta: ora la realtà è che sono un giocatore della Juve e mi preparo per giocare nella Juve. È stato un anno molto difficile, la cosa che mi ha fatto più male è stato passare tutti i giorni davanti allo stadio e alla Continassa per accompagnare i mie figli a scuola senza poter entrare ad allenarmi o giocare con la Juventus. Mi sono sentito come un leone in gabbia. A un certo punto volevo andare via dall’Italia con la famiglia perché mi faceva troppo male al cuore questa situazione. Non mi vedo con un’altra maglia. Il mio focus adesso è quello di tornare a indossare quella della Juve”.
Ma c’è anche l’ambizione di tornare convocato con la Francia: “Il sogno del Mondiale c’è, ma Deschamps non ha aperto porte a nessuno. Sono io che devo aprirla: mi ha consigliato di lavorare”.
A Sky Sports UK si parla del caso doping: “Io sono una persona onesta, che ama il gioco del calcio e lo sport in generale, se mi fossi dopato non avrei problemi ad ammetterlo, ma le cose non sono andate così. Mi assumo una certa responsabilità per ciò che è successo. Ho preso l’integratore e non ho fatto il triplo controllo anche se me lo aveva dato un professionista. Ma se devo essere punito non è giusto che io subisca una pena di quattro anni, accetterò invece i dodici mesi. Le persone dovrebbero sapere la verità e ciò che sta scritto sul documento emanato dal Tas dice tutto. Perché ho preso l’integratore? Si trattava di un prodotto che mi aiutava in maniera generale, niente di specifico per l’infortunio che avevo in quel periodo né tanto meno per alterare le performance in campo. Si trattava semplicemente di un integratore che chiunque di noi potrebbe aver comprato anche in farmacia, mentre la mia situazione è completamente diversa perché io l’ho ricevuto da un professionista”.