Per 70 minuti, Thiago Motta mette in mostra il meglio del suo Bologna e come in una sorta di saggio finale ci fa capire – ammesso ce ne fosse un ulteriore bisogno – perché la Juventus lo vuole a tutti i costi sulla propria panchina e alla fine lo avrà. Poi, però, la partita del Dall’Ara diventa pazza, sotto la pioggia battente, e il debuttante per caso Paolo Montero, incredibilmente, lascia un segno profondo da allenatore come da giocatore, e trova il tempo di firmare uno storico record della Vecchia Signora, anche se se ne avvicina uno drammaticamente negativo. Finisce 3-3 un match dal doppio volto, prima quello sfavillante del Bologna di Thiago Motta, che asfalta i bianconeri – probabilmente entrati in campo con la testa svuotata dal caos degli ultimi giorni e, perché no, dall’effetto con cui molti hanno dimostrato di avere nei confronti di mister Allegri – in lungo e in largo, con un Calafiori bomber e Castro che la mette dentro di rapina, anche nei confronti di un suo compagno, Urbanski. Il difensore scuola Roma segna due gol e dimostra di essere un calciatore totale, tutta la squadra in un clima di festa per la Champions gira alla perfezione e non potrebbe andare meglio.
La Juventus, invece, non poteva fare peggio: Montero ovviamente non può avere colpe, ma il 3-0 secco della prima ora di gioco era troppo brutto per non provare a fare qualcosa. E il tecnico uruguaiano fa qualcosa: mette Yildiz (togliendo Gatti) insieme a Chiesa, che trasloca a destra, Milik poi rimpiazza Vlahovic e lascia il segno. Segna tutto il tridente dell’ultima mezzora, prima Chiesa, poi Milik con una splendida punizione, quindi Yildiz. E la Juventus riemerge da 3-0 a alla fine la pareggia per 3-3 rischiando persino di vincerla. Ed è la prima volta in tutta la sua storia, qualcosa di davvero clamoroso da pensare, che la Juve non perde pur essendo andata sotto di almeno tre gol. Non di certo una nota di demerito per la squadra di Motta, che davanti alla sua ormai quasi certa futura dirigenza fa vedere quanto di più bello e quanto di più brutto: tre gol segnati e spettacolo, tre gol subiti in otto minuti, ma in una partita che fa storia a sé perché arriva a fine stagione con gli obiettivi già acquisiti e una meravigliosa Champions da giocare. Per i bianconeri, però, c’è un altro record aperto, stavolta negativo: siamo a sedici partite con due sole vittorie all’interno, soltanto con Puppo allenatore nel 1956. Non vincendo col Monza, sarebbe eguagliata la striscia peggiore di sempre per una squadra abituata a vincere. E per provare a farlo ancora, al di là della Coppa Italia che ha salvato la stagione, la dirigenza ha un solo nome, quello di Thiago Motta.