Serie A

Parma, la lettera di D’Aversa: “È il momento di salutarci, abbiamo vissuto un’esperienza grandiosa”

Stadio "Ennio Tardini" - Foto Sportface.it

Dopo quattro anni di successi, di lotte, di vittorie, sorrisi e traguardi raggiunti, è arrivato il momento di salutarci“. E’ sicuramente questo il passaggio più importante della lettera scritta da Roberto D’Aversa per salutare il Parma dopo l’annuncio del club ducale, che ha deciso di esonerare il tecnico arrivato nel 2017 sulla panchina emiliana. Abbiamo vissuto insieme un’esperienza grandiosa, abbiamo assaporato il gusto dell’impresa, grazie al lavoro e al sacrificio di tutti abbiamo raggiunto risultati impensabili – si legge nella lettera -. Resi possibili grazie all’appoggio incondizionato di una proprietà fatta di uomini, tifosi del Parma, appassionati e uniti: come una famiglia. E di questa famiglia sono stato parte anche io, che insieme a loro sono cresciuto come uomo e come allenatore: il Parma mi ha dato fiducia e mi ha permesso di lavorare in serenità, accanto a gente per bene”.

“Ringrazio la famiglia Pizzarotti, Guido Barilla, Marco Ferrari, Giacomo Malmesi, l’ingegner Dallara, Angelo Gandolfi e Mauro Del Rio.Ci siamo accompagnati nella storia, con loro in sella i tifosi possono vivere tranquilli. Sono in buone mani – si legge ancora nella lettera -. Un grazie particolare va anche ai miei giocatori, tutti quelli che ho allenato in questa splendida cavalcata. Come dico sempre: in campo ci vanno loro e se abbiamo vinto il merito è dei ragazzi. È stato un piacere condividere questo percorso anche con loro, ognuno dei quali mi ha dato tantissimo. Io sono un allenatore esigente, pretendo molto da me stesso e da chi mi sta accanto. Per questo devo ringraziare tutti i componenti della società: dai magazzinieri, indispensabili, ai segretari, dall’ufficio stampa, allo staff medico, dai dirigenti, dall’amministratore delegato Luca Carra, al Chief Operating Officer Stefano Perrone e tutti i dipendenti della sede. Ho combattuto fianco a fianco con Daniele Faggiano, un fine intenditore di calcio, un direttore sempre pronto per una parola di conforto. Un appoggio sicuro”.

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