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“Indossavo per caso la maglia del Liverpool il giorno del match Fiorentina-Juventus. Non c’era alcun intento di ricordare la tragedia di Heysel, in occasione della partita di Champions League. Se quella casacca aveva una valenza istigatrice perché allo stadio Franchi mi hanno consentito di tenerla?“. Lo ha detto il tifoso viola immortalato al Franchi con la maglia del Liverpool in occasione della partita contro la Juventus. Il tifoso, un avvocato, ha ammesso di essere venuto a conoscenza tramite stampa di essere destinatario di un Daspo. E si difende: “Ero stato in un pub con mio figlio per vedere la partita del Liverpool. Poi ci ha colto la pioggia e siamo andati direttamente al Franchi, senza passare da casa a cambiarci. A mio figlio ho acquistato vestiti nuovi, io ho tenuto la casacca della squadra d’oltremanica”, racconta ai giornalisti in un incontro promosso dal suo difensore Mattia Alfano. Il professionista ha raccontato all’Ansa in una conferenza stampa, in videocollegamento, di essere stato costretto a fuggire all’estero a seguito delle minacce di morte, arrivate via social e con sms sul cellulare.
E ancora: “Nel prepartita ho sventolato la sciarpa del Liverpool in direzione dei cori razzisti e discriminatori intonati dalla tifoseria juventina verso la mia città e la mia squadra. Mai avrei immaginato di ricevere insulti e minacce di morte e di essere sanzionato dalla questura. Conosco la legge e pensavo di averla rispettata, tenuto conto che il mio è un comportamento da tifoso e da fiorentino che reagisce alle offese e ai cori antisemiti di alcuni tifosi della Juventus”. Il suo difensore ha affermato che “appena riusciremo a ritirare il Daspo alla questura, presenteremo ricorso al Tar”.
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