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Nel 2009 con la sua Udinese contribuì a fermare il Milan e a regalare lo Scudetto aritmetico. Oggi, dodici anni dopo, Samir Handanovic può celebrare il suo primo titolo nerazzurro, proprio quello Scudetto che dal suo arrivo non è mai stato vicino a conquistare. Lo fa nell’anno della sua stagione forse meno brillante, con un picco solo, quello più alto, un derby da 9 in pagella che ha indirizzato il cammino Scudetto verso l’unica direzione possibile per la squadra che si è dimostrata più solida e compatta. In quella partita, il portiere sloveno – che in nerazzurro arrivò da ragazzo e che oggi veste la fascia da capitano – iniziò lo show con una parata sul colpo di testa di Ibrahimovic e si ripetè su Tonali poco dopo in una prova sensazionale e decisiva. L’altro acuto fu a San Siro contro il Napoli con due interventi super su Insigne e Politano per proteggere una vittoria (con porta inviolata) pesantissima. Senza dimenticare l’intervento su Chiesa contro la Juventus. Nei big match decisivo, tre partite tutt’altro che banali per gli acuti principali di una stagione che comunque non ha convinto.
Basti pensare alle ultime gare: a Napoli l’indecisione con de Vrij, l’errore su Farias contro lo Spezia e l’uscita sbagliata col Verona che non passerà alle cronache solo per la decisione dell’arbitro di annullare il gol di Faraoni. Questo e ancora altro. Nella semifinale di andata di Coppa Italia, c’è l’errore con Bastoni che ha spalancato a Cristiano Ronaldo la via della porta per il gol letale per le ambizioni di finale. Tutto questo basta per capire che difficilmente sarà Handanovic il portiere a difendere i pali per la prossima stagione, più probabile un avvincendamento con un estremo difensore più giovane, pronto a crescere sotto la sua guida. Trentasei anni e un contratto che scadrà tra due anni, Handanovic non sarà primo portiere ma con ogni probabilità potrà godersi il tricolore cucito sulla maglia. Un tricolore che lui – che tante volte ha salvato la baracca quando l’Inter aveva ben altre ambizioni – merita più di tutti.
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