Una partita in cui succede ben poco a livello di calcio e spettacolo, ma in cui succede di tutto sul piano emozionale e degli episodi arbitrali. E così, uno 0-0 annunciato per Lazio-Milan al termine di una partita brutta e confusa, viene trasformato dal solito Okafor, al quarto gol da subentrato (nessuno meglio di lui in questa Serie A) in una vittoria fondamentale per il Milan, che così può blindare il posto in Champions per il prossimo anno e in ogni caso mette un solco nei confronti di una Lazio che per i tre espulsi e gli episodi controversi, con un nervosismo alle stelle e una rissa al triplice fischio, schiuma rabbia nei confronti di Di Bello, ma ha pur sempre perso l’ennesimo scontro diretto nelle ultime settimane.
Un primo tempo elettrizzante, anche se con pochissime occasioni. C’è però una forte differenza di approccio tra le due squadre: estremamente pimpante quella di Sarri, remissiva quella di Pioli, un po’ il perfetto inverso rispetto a Milan-Atalanta. La passività dei rossoneri si trasforma in un quasi harakiri quando Florenzi, con un folle retropassaggio su Maignan che nel frattempo stava uscendo: il portiere nello slancio travolge Castellanos, per Di Bello e Var non è rigore, ma ci sono proteste. Per il resto, fa fatica ad accendersi Leao, Giroud non sfiora un pallone, e l’occasione più grossa è su una palla inattiva col colpo sporco di Vecino che esce di un millimetro. Nella ripresa la svolta improvvisa: Pellegrini va in difficoltà su Pulisic e viene ammonito per un fallo tattico, dopo cinque minuti arriva il clamoroso episodio che porta al rosso. Ingenuo il numero 3 biancoceleste che avrebbe voluto far scorrere il pallone fuori per consentire i soccorsi a Castellanos, che aveva subito un colpo al volto, ma Pulisic, così come da regolamento, gioca, e a quel punto per fermarlo il terzino deve fare fallo, secondo giallo e rosso, per la furia di Sarri e di tutta la panchina per un possibile mancato fair play. In undici contro dieci gli ospiti riescono ad alzare il baricentro, ma sono imprecisi davanti e soprattutto concedono ripartenze in prateria, l’ultima clamorosa a opera di Isaksen e Immobile, palla fuori di un soffio. La legge non scritta, gol sbagliato e gol subito: prima arriva l’autogol di Gila su giocata di Leao, ma il Var interviene e segnala il fuorigioco di partenza, poi arriva il vantaggio a opera di Okafor dopo un’azione insistita. Alla fine, nella confusione più totale in 90 minuti francamente brutti per quanto thriller, la spunta il Milan con una zampata del subentrato, come spesso accaduto. Il finale è caotico e ci sono le espulsioni di Marusic per insulti all’arbitro e Guendouzi per un fallo di reazione, con contestuale e ovvio parapiglia al triplice fischio. Per la Lazio terzo scontro diretto perso in due quindici giorni, rossoneri che vedono sempre più vicina la Champions.