Beppe Sala risponde all’Inter dalle pagine della Gazzetta dello Sport. Il sindaco di Milano, che aveva chiesto chiarimenti ai nerazzurri sull’eventuale ingresso in società di un nuovo partner, ha incassato la secca replica della squadra capolista della Serie A, che in un duro comunicato aveva parlato di “frasi offensive e irrispettose“. Il primo cittadino del capoluogo milanese non ci sta e sulla Rosea in edicola oggi, sabato 20 marzo, replica al comunicato del club di cui è tifoso rivendicando la “logica della prudenza” relativamente al progetto del nuovo stadio di San Siro.
“La reazione dell’Inter alle mie parole sul nuovo San Siro mi ha sorpreso – si legge nell’anticipazione pubblicata da Gazzetta.it – Sono dispiaciuto in quanto sindaco e tifoso nerazzurro, che è andato per la prima volta allo stadio 55 anni fa, ma io voglio fare il bene di Milano. Lo stadio è una buona opportunità per la città ma sono preoccupato. Mi sto muovendo spinto solo dalla logica della prudenza. Non sono io che lo dico, ma in questo momento gli investimenti originati dalla Cina in alcuni settori come il calcio sono in difficoltà. Io sto solo chiedendo informazioni all’Inter: stiamo discutendo di una partnership e voglio sapere chi è e chi sarà il mio partner“, le parole di Sala. Poi ancora: “Dall’Inter non ho avuto comunicazioni ufficiali rispetto alle trattative per il futuro del club – prosegue Sala -. Giusto o sbagliato non lo so, però sta di fatto che non ho mai avuto informazioni dalla società. Però voglio precisare che continuiamo a essere favorevoli al progetto“.
A questo punto Sala aspetta soltanto rassicurazioni dal club di Steven Zhang. “Se l’Inter viene da me e mi dice che l’investimento di Suning continua, riattivo il dossier. Così come se mi dicono che anche il nuovo eventuale investitore garantisce continuità al progetto – spiega il sindaco di Milano -. Chiedo solo una conferma e voglio dimenticare la sgradevolezza della frase ‘l’Inter sopravviverà a Sala’ usata dall’Inter”. Sala affronta poi il tema delle difficoltà nel costruire stadi in Italia. “Il motivo sta nella situazione di Milamo: chi si propone per l’investimento non considera lo stadio sufficientemente redditivo e chiede altre volumetrie. Su quello ci si ferma. In Italia non si chiede solo di costruire un impianto e questo frena spesso le operazioni“.
Nel 2026 a Milano si svolgerà la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali, ma in quale stadio? “Ho detto al presidente del Cio, Bach, che tenevo aperte entrambe le opzioni. Però abbiamo immaginato l’evento come ultimo grande evento del vecchio San Siro, ma siamo pronti a usare quello che sarà allora lo stadio cittadino“.