Serie A

Nasce l’academy di Buffon: “Un’università dei portieri”

Gianluigi Buffon - Foto Antonio Fraioli

Gianluigi Buffon non smette ma raddoppia. Ormai vicino al suo Parma in Serie B, l’ex portiere della Juventus e della Nazionale italiana ha lanciato la sua academy dei guantoni: “Seguiremo quello che secondo me può essere il metodo, non dico migliore perché avere questo tipo di certezza sarebbe folle, ma che può avere delle basi che possono aiutare i ragazzi a sviluppare il proprio talento, e coltivare con passione quello che è stato il lavoro della mia vita, che va rispettato – dice all’inaugurazione –  Abbiamo già avuto innumerevoli contatti e richieste anche dall’estero per poterci trasferire a lavorare là, è una cosa che prenderemo in seria considerazione già dal prossimo anno, perché l’entusiasmo suscitato è stato tanto. Come in tutte le cose, se mi impegno e ci metto la faccia, voglio che vengano fatte nel miglior modo possibile. È un’esigenza che ho sempre avuto da calciatore e ancora di più nel momento in cui abbiamo l’ambizione di trasferire una certa competenza ai ragazzi. È un mestiere complicato e va fatto con grande passione, sono convinto che arriveremo nel giro di poco a essere un punto di riferimento globale. Questo è il nostro obiettivo, diventare una specie di università del portiere, dove tutti possono decidere di aderire, di sperimentare. L’altro obiettivo è far sì che i ragazzi che partecipano vadano via con la sensazione di aver fatto un’esperienza unica. Essendo a contatto con loro, penso che questo lo stiamo raggiungendo e lo vogliamo ancora migliorare se è possibile”.

E ancora: “Il portiere sente dentro di sé un trasporto naturale, un amore, per la parata. Ci vuole anche una componente di follia e coraggio non indifferente. Come tutte le cose in questi anni c’è stata un’esagerazione nel voler utilizzare il portiere in un certo modo rispetto a quello che è realmente il suo obiettivo che è quello di non prendere gol. L’evoluzione tattica da sì che il portiere debba dare del tu al pallone, lo trovo giusto e per questo ho voluto anche continuare a giocare. È stato un miglioramento della mia carriera, ma non bisogna eccedere. Un portiere deve trovare godimento a fare una parata straordinaria, non un assist”.

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