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Il solito Napoli, nel bene o nel male. Devastante in attacco, a campo aperto e nelle condizioni ideali per mettere a proprio agio il potenziale offensivo. Distratto e capace di disunirsi nel brevissimo tempo. Ma come dice Zielinski, “in semifinale ci siamo noi” e come dice Gattuso “è la mia quarta semifinale in quattro anni“. Il Napoli batte 4-2 lo Spezia, si regala la semifinale di Coppa Italia contro l’Atalanta, scaccia via le voci sull’esonero di Gattuso – già confermato pubblicamente da De Laurentiis – e guarda con ottimismo ai prossimi impegni. Dopo il passo falso contro l’Hellas Verona che aveva riacceso incertezze e dubbi, il Napoli si regala un primo tempo da sogno (4-0 al 45′) e una ripresa distratta, poco lucida e vivace. Complici anche gli ingressi in campo di Mertens e Osimhen, a caccia di spazio e minutaggio dopo il lungo stop ma “solo al 30% della condizione”, come precisa il tecnico. Decidono le reti di Koulibaly (col tacco, ma tante imprecisioni in difesa), Lozano, Politano ed Elmas ma anche gli assist decisivi di Insigne (due) e Demme (prova solida con tanto di palo finale). Nello Spezia l’unico che spicca con continuità nei 90′ è Gennaro Acampora, autore di un gol e assist al ritorno da partenopeo nella città madre.
Tanto spettacolo in campo ma anche fuori. Nel post partita la scena se l’è presa Gennaro Gattuso ai microfoni di Rai Sport. E pensare che Politano aveva quasi avvertito i giornalisti: “Il mister urla parecchio, meglio lasciarlo stare a volte”.Le voci sull’esonero lo hanno infastidito e non lo nasconde: “Sono un professionista, non ho bisogno di fiducia. Ogni volta mi viene chiesto sistematicamente se ho intenzione di dimettermi. Non capisco perché ogni volta ascolto il discorso delle dimissioni. Faccio bene il mio lavoro, devo anche avere rispetto della mia famiglia. Questa è la quarta semifinale di Coppa Italia che faccio, ma nessuno lo sottolinea, vengono fatte notare solo le cose negative”. Ora c’è il match contro il Parma, per riacquistare certezze e lasciarsi definitivamente alle spalle malumori e malelingue.
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