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“Ho sentito subito che la faccia mi era esplosa. E appena mi sono toccato sulla guancia sinistra non avevo più sensibilità . Ho avuto problemi anche a dormire, se mi giravo sul quel lato, faceva male. Però ho recuperato le forze, trascinato dalla voglia di giocare e di migliorare proprio sui colpi di testa”. Queste le parole di Victor Osimhen che in un’intervista a Repubblica ha ripercorso il suo terribile infortunio alla faccia. “Non sono tipo da frenare la mia esuberanza – prosegue -, mai fatto calcoli, anzi ho sempre cercato di rimettermi in piedi subito, senza piangermi addosso. Io salto, scarto, scatto. Non ho paura di farmi male, e se perdo mi arrabbio. Sono molto suscettibile su questo, non mi arrendo”.
L’attaccante azzurro è tornato in campo con gol nello scorso weekend in occasione della vittoria sul Venezia: “Se ho mai dubitato di potercela fare? No, non mi sono nemmeno mai posto la domanda, che continua a sembrarmi un lusso. Sentivo obblighi e responsabilità verso la mia famiglia. E a proposito dell’infanzia difficile, basta. Non ne posso più. L’ho già detto mille volte. Lo sanno tutti che appena vedo bambini vendere acqua ai semafori non provo né antipatia né insofferenza. Non potrei. Ma basta raccontare i giocatori africani solo come vittime, come storie tristi”, conclude.
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