“Le pressioni? Ci sono, ma posso farcela”. Si può sintetizzare così l’intervista rilasciata da Khvicha Kvaratskhelia in uno speciale della Uefa sui protagonisti di questa Champions League. Lo Scudetto è vicino, un sogno per una città che non lo vince dai tempi di Maradona: “Lui qui è trattato come un re – dice il georgiano -. All’inizio sembrava impensabile veder accostato il mio nome al suo, pensavo stessi vivendo un sogno. C’è un culto per Maradona, mi ci sto abituando lentamente perché venir accostato a un calciatore della sua grandezza è meraviglioso. Guardando il passato, era difficile immaginare di poter diventare un calciatore professionista: è una sfida enorme creare un percorso del genere da una nazione molto piccola. Ma io sono ambizioso, e ho sempre creduto nel mio sogno. Questo ha avuto un ruolo importante nella mia carriera”. Poi spiega: “Questa città vive per il calcio, gioco in uno de migliori campionati del mondo e ne sono grato. C’è una grande differenza in termini di ritmo e velocità, i calciatori qui sono estremamente dotati dal punto di vista tecnico ed eccellono negli aspetti offensivi e difensivi del gioco. Opinione mia, penso di essermi adattato e rapidamente abituato a confronti del genere”. E sulle pressioni: “È una responsabilità enorme. Qualche volta sulle mie spalle c’è fin troppo peso, ma posso farcela. Non conta, perché poi quando vado in campo si gioca undici contro undici e tutta la pressione svanisce. Faccio ciò che amo, gioco a calcio”, conclude Kvara.
Napoli, Kvaratskhelia: “Le pressioni ci sono, ma posso farcela”
Kvicha Kvaratskhelia, Napoli - Foto LiveMedia/Luca Amedeo Bizzarri