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E’ un Napoli inarrestabile e che adesso è sempre più solo. Solo al comando, ovviamente, solo a non aver mai perso in questo campionato. Sono sette le vittorie di fila, nessuna squadra nei top-5 campionati c’è riuscita. E da aprile, da quella clamorosa sconfitta di Empoli che fece naufragare ogni speranza di scudetto, Spalletti non conosce la sconfitta. Una squadra spettacolare, capace di creare tante occasioni, ma senza rinunciare all’equilibrio. E’ così che ha vinto anche a Roma, con uno 0-1 risicato nel finale però meritato. Dimostra come i partenopei siano in grado di gestire la situazione, senza scomporsi mai, consci che le partite durano novanta e rotti minuti, che oltre a durare tanto ci sono tante frecce all’arco partenopeo. Una di queste è Victor Osimhen, tornato dopo l’infortunio e subito decisivo. Lancio lungo, sposta di fisico Smalling ed esplode il destro violentissimo. E che vale tre punti.
Era una partita difficile e sembrava destinata a terminare in parità , ma a fare la differenza è la consapevolezza acquisita da questa squadra. Ormai percepiscono di essere la formazione da battere in questo campionato, e la sconfitta dell’Atalanta mette ancora più pressione su quella che è la capolista acclarata. Con merito, è ovvio, con la capacità di Spalletti di aver costruito un gruppo che ha la giusta chimica, in cui ognuno è al proprio posto e in cui i subentranti sono sempre pronti a dare tanto. La speranza all’ombra del Vesuvio è che questo cocktail micidiale e vincente possa durare.
Mourinho sbotta nel finale e parla con l’arbitro, Karsdorp mette le mani addosso all’arbitro, la Roma perde ancora un big match. C’è ancora un salto di qualità da dover fare per potersela davvero giocare alla pari per lo scudetto, questa squadra sembra sempre in partita ma raramente in grado di condurla. E forse non vuole nemmeno farlo, ma la caccia all’episodio non sempre funziona, e anzi si ritorce contro.
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