Non era mai successo che tre allenatori diversi guidassero la squadra campione in carica in Serie A in una singola stagione. E non si era mai verificata una differenza di punti così ampia tra l’anno dello Scudetto e quello successivo a parità di 24 gare giocate (29 punti, peggio anche del Milan 1957-58). Dopo l’1-1 casalingo col Barcellona agli ottavi di Champions League, Francesco Calzona ha il compito di trasformare un’annata da record negativi in Serie A in un campionato quantomeno dignitoso in chiave qualificazione europea. L’obiettivo è il pass per la prossima ricchissima Champions League, ma la concorrenza è spietata e il Napoli ha bisogno di cambiare marcia immediatamente, a partire dalla sfida esterna contro il Cagliari. La preparazione della partita contro il Barcellona è stata impostata in meno di ventiquattrore. Troppo poco il tempo a disposizione per cambiare meccanismi e movimenti, ma già in Sardegna potrebbe vedersi un Napoli diverso.
I COMPITI DI CALZONA IN SERIE A
GOL IN TRASFERTA – Finora il Napoli si è retto sul rendimento esterno visto che in campionato al ‘Maradona’ Rudi Garcia e Walter Mazzarri hanno vinto complessivamente cinque partite casalinghe. Nell’ultimo periodo però il Napoli è peggiorato drasticamente anche lontano dalle mura amiche. I partenopei non segnano da cinque trasferte di fila (1N, 4P) e in un singolo massimo campionato non fanno peggio dall’aprile 1973, quando la serie negativa fuori casa arrivò addirittura a 14, con Giuseppe Chiappella in panchina. Serve più personalità da parte di una squadra che il carisma lo ha mostrato più volte, a tratti anche in questa stagione. A Calzona il compito di dare una scossa sul lato caratteriale. Di Lorenzo, squalificato, ha viaggiato con la squadra. Osimhen, non al meglio, si è allenato alla vigilia e punta ad una maglia da titolare. I primi segnali sono buoni.
LA DIFESA – Un traghettatore può contribuire a costruire un futuro che non gli apparterrà. Di esempi ce ne sono tanti e Calzona deve ripartire anche dai nomi in difesa. Juan Jesus spesso e volentieri si è dimostrato un elemento solido, ma il club partenopeo può e deve puntare su Natan e Ostigard. Giovani, con margini di miglioramento e buone qualità, i due centrali possono sfruttare questo finale di stagione per accumulare minuti e mettersi alla prova. Il Napoli in estate dovrà valutare gli investimenti e deve capire se potrà contare su Natan o Ostigard per coprire la pedina di partner di Rrahmani nella difesa a quattro.
KVARA, LA CHIAVE – Nell’ultimo turno di campionato il Napoli ha completato 16 dribbling, più di tutti in Serie A. L’anima dribblomane della squadra partenopea è nota, ma allo stesso tempo quest’anno il collettivo ha faticato ad esaltare il singolo come accadeva nella scorsa stagione. Sarà interessante capire come Calzona intende gestire in campo Kvaratskhelia, autore di un gol e zero assist nelle ultime otto partite. La gestione del georgiano sarà il compito fondamentale del tecnico, che ha già incassato il suo primo malumore dopo il cambio col Barcellona. Stesso discorso anche per Osimhen, rientrato dalla Coppa d’Africa e in odore di addio in estate. Motivare i due big sarà il primo esame di questo ciclo iniziale sulla panchina partenopea. L’altro sarà quello di metterli in condizione di esprimersi al meglio in campo. Puntare sul dna ‘relazionale’ dell’era Spalletti può essere la chiave.
L’APPROCCIO ALLA GARA – Il Napoli fatica ad azzannare i match sin dai primi minuti. Quasi mai, in questa stagione, i partenopei sono riusciti ad indirizzare una partita in avvio di gioco. Non è una qualità da sottovalutare: saper approcciare bene alla gara in certi casi permette di avere una gestione ideale di cambi ed energie, orientata a conservare e non a ribaltare o sbloccare il punteggio. I numeri parlano chiaro: il Napoli ha segnato solo un gol nei primi 15 minuti di gioco in questa Serie A. Come Monza e proprio come il Cagliari. Non è la preoccupazione principale, ovviamente, ma è comunque un pezzo da sistemare del puzzle. Si può fare.
ABBONANDANZA IN ATTACCO, RISORSA RASPADORI – Tre posti per otto calciatori, tre dei quali in vetta alle gerarchie e uno ancora immerso in un limbo tattico non definito, cioè Lindstrom. Politano, Osimhen e Kvaratskhelia sono i titolari indiscussi del Napoli in attacco. Ma la panchina è di grande livello: Ngonge, Raspadori e Simeone potenzialmente sono tutti e tre vice Osimhen. Traore è probabilmente il sostituto di Kvara più quotato, mentre l’ex Eintracht, dopo alcuni segnali incoraggianti, rischia di scivolare nuovamente in basso nelle gerarchie nel 4-3-3 di Calzona. La varietà di soluzioni però rimane forse l’elemento principale nella candidatura Champions del Napoli. Riflettori puntati su Giacomo Raspadori. Troppo pochi tre gol in ventiquattro partite per chi deve rispondere presente all’appuntamento col salto di qualità. A Calzona il compito di rilanciare l’autostima dell’ex Sassuolo. Spalletti, in ottica Euro 2024, è spettatore interessato.