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“Quando non mi si capiva, a Napoli, nel mondo del calcio, è perché ero molto concentrato a dare un’impostazione industriale da vera società per azioni. Tutti i miei colleghi venivano da una concezione del calcio vecchia, superata, obsoleta”. Lo ha raccontato il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, presente all’inaugurazione della prima cattedra universitaria italiana specificamente dedicata alla ”Giuridicità delle regole del gioco del calcio” all’Università degli Studi della Campania ”Luigi Vanvitelli”. E spiega: “La legge Melandri -prosegue- ci ha rotto i c…i da vent’anni, come si fa a dire che dobbiamo curare i bilanci delle società che sono in perdita? Per farlo bisogna fare tabula rasa. E’ grave che lo Stato sia assente. Dicono: siete miliardari, vi riempite di debiti, strapagate i calciatori. Il problema sono gli agenti. Mino Raiola, simpaticissimo, prendeva 25-40 milioni di commissione sulle spalle di un club. Qui si creano le sperequazioni, i casini, i fallimenti”. E dal mondo del cinema “ho imparato a capire come si realizzano i contratti, a verificare la differenza tra diritti di immagine e rapporto di dipendenza, che ho applicato nel mondo del calcio. Se si vedono i miei contratti con allenatori e calciatori sono speculari a quelli di attori e registi”.Â
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