Applicare al mondo del calcio la lezione appresa dal mondo del cinema: per Aurelio De Laurentiis è questo il segreto del successo che ha portato il suo Napoli a vincere lo scudetto. In un’intervista al Financial Times, il produttore cinematografico e presidente dalla squadra di calcio partenopea ha ripercorso “l’avvincente storia di svolta” impressa, dal momento dell’acquisizione di un Napoli in bancarotta, fino al “finale da favola” scritto il 4 maggio scorso e risultato di “una strategia non ortodossa del proprietario”. Nel relitto del Napoli, che non si era mai ripreso dall’infatuazione per il geniale e travagliato Diego Armando Maradona, De Laurentiis ha intuito uno scenario avvincente di inversione di tendenza, scrive il giornale: un copione, quello scritto dal produttore, che a volte ha attirato le critiche dei tifosi, infuriati dall’“ostinato senso degli affari di De Laurentiis”, ha osservato il quotidiano, ricordando le polemiche suscitate dalla decisione di vendere tre delle star più amate del club, tra cui l’eroe della città natale, Lorenzo Insigne e il difensore senegalese Kalidou Koulibaly, ceduto al Chelsea.
“Mi è stato chiesto quale fosse il mio obiettivo quest’anno, perché avessi lasciato andare i giocatori più importanti e ingaggiato degli sconosciuti” – ha raccontato De Laurentiis –. Quando ho detto loro che il mio obiettivo era vincere lo scudetto, sembrava che stessi bestemmiando. Ma abbiamo vinto”. Nonostante fosse arrivato terzo in Serie A l’anno scorso, il presidente del club era convinto che la formazione andasse cambiata. “La loro voglia di vincere era esaurita – ha detto –. Non ci credevo più. Forse mi sbagliavo. Ma io sono il proprietario. Io decido”. Una mossa che ha portato alla vittoria, perché il Napoli è “un gruppo, e non una sola stella”. Aspro è anche il rapporto di De Laurentiis con magnati e fondi di investimento che acquistano club e poi delegano le decisioni chiave: “Il calcio italiano non progredisce perché le decisioni non vengono prese in fretta – ha proseguito il presidente dei partenopei –. Quando sei un fondo di investimento, cosa ne sai della gestione di un calciatore?”. De Laurentiis, però, non si illude della momentanea luna di miele con i tifosi del Napoli e non esclude tensioni future: “Il problema è che il calcio è composto da due mondi: è uno sport e un’industria. Se non vinci, ai tifosi non importa se sei bravo nel bilancio. Per loro, è meglio che tu fallisca. Ma devi vincere”.