Antonio Conte si è presentato come nuovo allenatore del Napoli presso il Palazzo Reale, affrontando temi d’attualità nella gestione del club azzurro. Al fianco del presidente Aurelio De Laurentiis, l’ex commissario tecnico della Nazionale ha risposto alle domande dei giornalisti presenti in conferenza stampa, soffermandosi sia su questioni tecniche che generalmente sul futuro prossimo della società in vista della nuova stagione del riscatto. Dopo le polemiche relative al futuro di Giovanni Di Lorenzo, Victor Osimhen e Kvicha Kvaratskhelia, parole provvidenziali del noto allenatore italiano per rassicurare l’ambiente partenopeo. Di seguito le fasi salienti della presentazione di Conte al Napoli, con le dichiarazioni divise per argomento.
La promessa di Conte – “Posso promettere sicuramente serietà, una parola che spesso e volentieri viene sottovalutata. La serietà nel dare tutto per il Napoli, nel trasmettere quello che è la mia cultura a livello lavorativo, la mia mentalità, le mie idee calcistiche. L’obiettivo per un allenatore, aldilà del fatto di riuscire a primeggiare a fine stagione e scrivere la storia, è quello di rendere orgogliosi i propri calciatori e i propri tifosi. Il tifoso deve riconoscersi nella prima squadra, il nostro obiettivo massimo è quello di rendere il tifoso davvero orgoglioso dei suoi calciatori e del calcio giocato. Si parla sempre di maglia sudata, sapete benissimo che nel calcio c’è la vittoria come la sconfitta, ma non ci deve essere l’attenuante di non aver dato il massimo. Posso promettere ai nostri tifosi che daremo più del massimo, perché a volte il massimo non basta“.
La nuova faccia del Napoli – “Il mio Napoli avrà una faccia arrabbiata, perché veniamo da un anno non facile. Dobbiamo avere temperamento in campo sotto tutti i punti di vista. Per quanto riguarda il mercato, cercheremo di fare le cose migliori per non sbagliare e far arrivare qui calciatori che possano migliorare la rosa”.
Il progetto azzurro – “Ho scelto Napoli per il progetto, ho firmato un contratto di tre anni. Il presidente è stato molto chiaro su ciò che possiamo fare in base a situazioni compatibili con il club. Il progetto sarà quello di cercare, nel più breve tempo possibile, di far diventare Napoli di nuovo un’alternativa credibile alle solite note: questo è importante e il presidente lo sa. In questi 14 anni, si è vinto uno Scudetto e si è tornati in Europa. Oggi c’è da ricominciare, da ricostruire e ci vorrà un po’ di tempo, un po’ di pazienza. Io sono del pensiero del ‘chi ha tempo non aspetti tempo’, cercheremo in ogni modo di prenderci questa responsabilità. Ho avuto dei contatti dall’estero, anche interessanti, però c’era un discorso avviato con il presidente e una promessa. A bocce ferme, abbiamo deciso di lavorare insieme e indirizzare la barca”.
I tempi per tornare a vincere – “Io ripeto un po’ le parole del presidente, lui ha parlato di ricostruzione e di creare quelle basi importanti per cercare di essere competitivi. Chi ha tempo non aspetti tempo, per me già domani si potrà partire a far battaglia. Bisogna però anche essere realisti, tener conto che due anni fa si è vinto lo Scudetto, ma la cosa più imminente e su cui si deve riflettere è il fatto che l’anno scorso siamo arrivati a 40 punti dall’Inter, dopo 14 anni fuori dalle competizioni europee. Non bisogna mettere la testa sotto la sabbia, non tutto può tornare rapidamente come prima cambiando allenatore. C’è un progetto, non possiamo competere con le solite note per il monte ingaggi o per gli investimenti perché parliamo di altre realtà, ma possiamo farlo creando basi solide costruite con cultura del lavoro e sacrificio. Dobbiamo lavorare, ‘amm a faticà’, su questo non ci deve battere nessuno”.
Di Lorenzo, Kvaratkshelia – “Mal di pancia di alcuni giocatori? Stiamo gestendo alcune situazioni nel migliore dei modi. Sono stato chiaro con il presidente: prima di parlare di aspetti contrattuali, ho voluto una sola rassicurazione, ossia la decisione su chi sarebbe rimasto e su chi invece avrebbe potuto prendere altre strade fuori da Napoli. Su questo sono stato categorico. Se parliamo di progetti o riscatto e pensiamo di dar via i giocatori migliori, allora è tutto un controsenso. Abbiamo trovato grandissima condivisione, al 200%, ho parlato con i ragazzi e li ho chiamati tutti. Ho sentito anche cosa avevano loro da dirmi e alla fine, se ci sono i problemi si devono risolvere perché la decisione è sempre mia. I giocatori che fanno parte del progetto saranno al 200% giocatori del Napoli, questo deve essere chiaro a tutti e questo messaggio deve arrivare a chiunque: a Napoli non c’è confusione, c’è chiarezza, ci sono idee”.
Intervento di De Laurentiis: “Di Lorenzo è un giocatore straordinario, un uomo di alto livello. Posso capire che si sia infastidito nelle ultime partite, per cui probabilmente si è sentito abbandonato. Gli ho spiegato che questo non era possibile, non abbiamo abbandonato uno del suo livello. I giocatori sono comunque dei ragazzi giovanissimi, quindi molto spesso sono carichi e altre volte si possono scaricare. Speriamo che con l’Europeo, questa ricarica, soprattutto dopo il fortunoso pareggio dell’altra sera per cui si sono qualificati, possa aver ristabilito serenità. Per Kvara non ci sono problemi, abbiamo un contratto e mi siederò con il nostro Giovanni Manna e gli faremo una proposta di cambiamento contrattuale e i problemi non li vedo per lui. Poi, si può dire tutto quello che uno vuole e ci può essere anche chi contro la legge fa delle offerte ai giocatori senza essere autorizzati dal club, peraltro se in quel club c’è uno che fa il presidente dell’Eca e dovrebbe presiedere oltre che comandare 270 società di calcio (riferimento al presidente del Psg, ndr). Io cerco sempre di essere corretto”.
Lukaku – “Il mio più grande pregio è riuscire a migliorare i calciatori e so che partiamo da una buona base. Ci sono delle situazioni, in entrata e in uscita, che dovranno essere affrontate rispettando i nostri parametri. Vanno fatte le cose giuste per diventare più forti. Lukaku? Parliamo di un calciatore forte, così come Osimhen, atleti eccellenti. Non ci sono commenti da fare, bisogna ammirarli quando giocano e sperare sempre di averli dalla propria parte, mai contro”.
Replica a Ibrahimovic e probabile riferimento al Milan – “Rispetto tutti, io mi considero un manager. Voglio avere voce in capitolo, magari da qualche altra parte questa cosa poteva dare fastidio…”.