Dalle batoste se ne esce solo sul campo e Luciano Spalletti lo sa. Bisogna subito reagire al pesantissimo ko, non nell’ambito dell’intera stagione, certo, ma del momento contingente, di questo inizio di aprile che è partito come peggio non avrebbe potuto. Strano a dirsi, ma il poker rimediato dal Milan può destabilizzare una squadra che fin qui ha dominato in lungo e in largo le competizioni, con lo scudetto ormai a un passo e il girone di Champions stravinto, ha regolato avversari più o meno forti, ha dimostrato sempre e comunque di essere una squadra quasi perfetta. E al Maradona coi rossoneri è emerso il quasi, quella sottile differenza tra corazzata e squadra che per rendere da big ha bisogno di tutte le sue componenti al 100%. L’assenza di Osimhen non giustifica niente, ma la speranza dell’ambiente partenopeo è di ritrovarlo per gli altri due scontri col Milan, non solo vendette ma con il clamoroso obiettivo di raggiungere la semifinale. A livello psicologico bisogna assorbire quanto successo pochi giorni fa e non rendere questo venerdì santo una via Crucis nell’avvicinamento alla Champions. Occhio però, perché c’è il Lecce, forse attualmente la squadra meno in forma del campionato, anche se reduce da una buona stagione e mai a rischio retrocessione. Ma le cinque sconfitte di fila, tutte senza segnare, sono un pesante campanello d’allarme di Baroni, che dunque non può regalare nulla agli azzurri con i quali conserva grandi ricordi da giocatore.
E che però ha punito già all’andata, strappando un pareggio che all’epoca dei fatti è stato accolto in modo non certo trionfale, non potendo nessuno immaginare quale sarebbe poi stato il livello di questo Napoli. Ci racconta invece della capacità dei giallorossi di esprimersi al meglio anche contro le big, più volte fermate in questa stagione, ed è proprio in una partita senza nulla da perdere che il Lecce può improvvisamente invertire il trend partito a marzo e che sta mettendo a rischio quanto di buono fatto quest’anno. Insomma, il Napoli deve assolutamente vincere per dare e darsi un segnale: col Milan è stato uno scivolone e in Champions sarà un’altra storia. Ma i salentini sono un banco di prova fondamentale per reagire e prepararsi al Milan.