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Josè Mourinho, o stai dalla sua parte o sei contro. Non c’è mai stata una via di mezzo in tutto il suo percorso da allenatore: un personaggio divisivo, un tipo di calcio che ha sempre fatto parlare tanto, meno però rispetto alla sua comunicazione. Sempre studiata a tavolino, mirata e con parole forti. A volte per distogliere l’attenzione dal vero focus, ovvero il campo e i risultati. Ecco parliamo proprio dei risultati in questo primo terzo di stagione giallorossa: quarto in campionato dove però ha perso il derby con la Lazio, le partite contro Juventus e Milan e ha pareggiato con il Napoli. Secondo nel girone di Conference League dove tra andata e ritorno ha preso otto gol dal Bodo Glimt, una buona squadra norvegese ma non di certo il Bayern Monaco.
Ma sono due le questioni che di fatto stanno cominciando a far diventare scettici anche le migliaia di tifosi che anche ieri hanno riempito lo stadio Olimpico: la gestione dello spogliatoio e della comunicazione. La prima è sotto gli occhi di tutti: prima con frecciatine velate, poi dopo il 6-1 norvegese l’esplosione palese del problema. Cinque, sei giocatori messi fuori rosa e, di fatto, dichiarati inutilizzabili (ma l’anno prima il suo connazionale Paulo Fonseca, con quei giocatori, arrivava in semifinale di Europa League dopo aver vinto il girone). Tredici-quattordici giocatori utilizzabili, il resto già messi sul mercato e ai margini del progetto oltre che di un deprezzamento evidente anche in fase di trattative per le cessioni. E poi ci sono gli arbitri. Sicuramente la Roma a Torino contro la Juventus non è stata fortunata, ma nel derby con la Lazio, di cui Mourinho si è lamentato, ci sono stati episodi anche a favore dei giallorossi. Nel match contro il Milan, prima dell’espulsione di Theo Hernandez, anche quella viziata da un fallo su Krunic, la squadra di Pioli ha dominato quella di Mourinho tatticamente e tecnicamente per settanta minuti. A fine partita: nessuna spiegazione, una frase davanti alla tv, e poi trincerato sulle questioni arbitrali. Ieri sera, nel match contro il Bodo Glimt, alla Roma mancano due calci di rigore, questo è chiaro, ma è anche vero che il 2-2 di Ibanez è nettamente in fuorigioco. In più, davanti ai microfoni, Mourinho ha lanciato un’altra stilettata alla sua rosa e ai suoi giocatori: “Oggi giocavano Darboe e Villar, al Milan l’altra sera sono entrati Bakayoko e Tonali”. Un gioco al massacro, controproducente nell’immediato, che di certo non fortifica né il gruppo e né l’ambiente: Josè, a Roma sei andato per costruire non per distruggere. Sei ancora in tempo.
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