Lì in vetta, appaiate a quota tre punti dopo un 3-0 all’esordio, e subito faccia a faccia alla seconda giornata. Ma tra gli obiettivi di un Verona low-budget, esotico e quadrato, e la Juventus che vuole rinascere col gioco e con un mercato aggressivo, c’è un abisso a livello di qualità, di ambizioni, di obblighi. Eppure, entrambe hanno un bel sorriso stampato in faccia dopo l’esordio. La Juve, che pure ha ottenuto lo stesso risultato alla prima rispetto alle precedenti due stagioni sotto la guida di Allegri, sembra però ripulita già di un certo tipo di atteggiamento e in grado di aprire un ciclo completamente nuovo. Una trasferta insidiosa come quella del Bentegodi è subito un importante banco di prova per Thiago Motta, che perde Thuram e Weah ma che può dare spazio serenamente ai giovani Mbangoula e Savona, inserendo anche Douglas Luiz che ha già dato sprazzi di talento, in attesa del mercato che porterà Conceicao e Nico Gonzalez alla sua corte, e chissà chi altro.
Questo perché c’è una certa consapevolezza di poter lottare su tutti i fronti e Giuntoli ha accelerato: tra la voglia di primato e il mercato che prende quota negli ultimi giorni, c’è però l’Hellas di Zanetti, troppo bello per essere vero contro il Napoli, schiantato con un tris. All’esordio, sempre tra le mura amiche, gli scaligeri hanno dimostrato di sapere soffrire e ripartire, di metterci intensità, voglia, attenzione difensiva e cattiveria lì davanti, con quel mix di giocatori tutti provenienti da paesi diversi che è già stato il successo della splendida salvezza dello scorso anno. E la Vecchia Signora, per ovvi motivi, dovrà prendere con le pinze una squadra già serena per la fantastica partenza e dunque ancor di più senza nulla da perdere. Ma è chiaro che l’euforia dell’ambiente veneto è un’altra cosa rispetto a quella bianconera: non sono ammessi scivoloni già alla seconda partita ufficiale e ci si affiderà, tra gli altri, a uno sfortunato Vlahovic che ha un saldo aperto con la buona sorte e che vuole i suoi primi gol.