Sono passati quasi due anni dal 4 marzo 2018, quando il capitano della Fiorentina Davide Astori venne ritrovato senza vita in una camera d’albergo a Udine, dove era in ritiro con la sua squadra, ma ancora non è stata fatta luce sulle reali cause della morte del difensore. A tal proposito un cardiologo e un medico legale di Torino eseguiranno la perizia disposta da Angelo Antonio Pezzutti, gip del Tribunale di Firenze. Quest’ultimo era arrivato a suddetta decisione a seguito delle consulenze presentate dalla procura, dalla difesa del professor Giorgio Galanti, ex direttore della medicina sportiva dell’ospedale di Careggi Galanti accusato di omicidio colposo nel processo che si sta svolgendo con rito abbreviato, e dai familiari di Astori. Ci saranno novanta giorni per arrivare ad una conclusione da parte dei periti, con l’udienza per la discussione della perizia fissata per il 1 ottobre 2020.
Stando a quanto afferma l’accusa, Davide Astori sarebbe morto a causa della mancata diagnosi della cardiomiopatia aritmogena diventricolare, una patologia che non gli avrebbe consentito di proseguire la sua carriera di calciatore. Antonino Anastasi, pm della Procura di Firenze sostiene che sarebbero stati violati i protocolli cardiologici per permettere di giudicare l’idoneità alla pratica agonistica. Giorgio Galanti, per la procura, avrebbe rilasciato al capitano della Fiorentina due diversi certificati di idoneità all’agonismo sportivo, uno nel luglio 2016 e l’altro nel luglio 2017, nonostante fossero state riscontrate delle aritmie cardiache. La situazione avrebbe dovuto spingere i dottori a fare degli accertamenti diagnostici più approfonditi per verificare se il calciatore potesse o meno continuare nella sua attività da professionista.