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Alvaro Morata - Foto Fabrizio Carabelli / IPA Sport / IPA
Arrivato in estate come soluzione “low cost” ma con l’euforia dell’Europeo vinto con la Spagna, l’avventura di Alvaro Morata al Milan è durata appena sei mesi e non si è certo conclusa nel migliore dei modi. Dopo un impatto convincente più per le prestazioni che per i gol (6 in 25 apparizioni totali), piano piano l’attaccante spagnolo è apparso sempre più in difficoltà, seguendo un po’ quello che è stato l’andamento negativo della stagione dei rossoneri. Fino all’addio di Paulo Fonseca, definitiva pietra tombale anche sulla permanenza di Morata a Milano.
L’ex Juventus e Chelsea, tra le altre, ha infatti spiegato a Marca di aver patito l’addio del tecnico portoghese: “Sono andato al Milan per il mister Fonseca, che mi ha dimostrato di volermi davvero, ma dopo pochi mesi un progetto che sembrava una cosa è diventato un’altra. E quindi non mi sentivo a mio agio, io ero andato lì per stare con Fonseca”. A quel punto, la necessità di cambiare aria: “La mia testa e il mio corpo mi dicevano di andare via”, ha aggiunto Alvaro.
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Morata sulla nuova avventura al Galatasaray: “Felice di essere in Turchia”
Dall’addio al Milan all’approdo al Galatasaray, una scelta di cui Morata si dimostra ancora entusiasta: “Sono molto felice a Istanbul. Sto vivendo un’esperienza che a prima vista può sembrare diversa, ma ho trovato un Paese meraviglioso, un club incredibile e persone estremamente simpatiche. Amo la vita che faccio qui e sono molto felice di essere venuto”, ha spiegato. E non manca l’ambizione al classe 1992, che vuole continuare a giocare nel calcio che conta: “Vogliamo vincere il campionato e giocare nella prossima Champions League. Per me è importante perché voglio continuare a giocare ai massimi livelli”.
In effetti, è ormai da tanti anni che Morata gioca ad altissimi livelli, e l’attaccante iberico non nasconde i momenti di difficoltà: “Mi diverto ancora a giocare a calcio, anche se alle volte un po’ meno. Si tratta comunque di un lavoro, con il passare degli anni diventa difficile capire certe cose. A volte ho sofferto più di quanto avrei dovuto. Col tempo ho capito che non posso combattere: ciò che voglio è essere felice e godermi gli ultimi anni della mia carriera, cercando di dare il massimo”. Il futuro, in particolare, secondo la volontà di Alvaro, si chiama Getafe.
D’altronde, è proprio nella squadra di Madrid che Morata è cresciuto, partendo dalle giovanili per poi passare al Real Madrid, dove è esploso. “In futuro vorrei ricambiare la stima e l’affetto che il presidente del Getafe, Ángel Torres, mi ha dimostrato quando avevo 13 anni – ha spiegato Morata –. Il mio cuore chiede di tornare lì e godermi un anno o due, o quel che sarà. Spero di riuscirci dopo questa esperienza in Turchia. Magari non ci sarà posto per me, non lo so, ma mi piacerebbe molto giocare nel Getafe e concludere la mia carriera”.